La detenzione va scontata nei paesi d’origine.
“Basta mantenere detenuti extracomunitari. – dice Armando Manocchia – Il governo che si insiederà tra qualche giorno, faccia subito una legge per lo sconto di pena dei paesi d’origine.”
Per arrivare a questa conclusione, basta considerare i problemi e i costi che ci sta creando Ben Mohamed Ayari Borhane, il detenuto tunisino radicalizzato, autoproclamatosi imam, evaso ieri a Milano dal Fatebenefratelli, dove era stato portato perché aveva ingoiato una lametta. Il ‘talebano’ – dice il direttore – ha eluso la sorveglianza di tre agenti addetti alla sua sorveglianza e si è dato alla fuga attraverso una finestra dell’ospedale.
Una caccia aperta e senza sosta di questo radicalizzato 40enne, ospite del penitenziario di Opera per reati legati al traffico e allo spaccio di stupefacenti, coinvolge ora tutti i servizi di sicurezza e non soltanto sul territorio italiano.
Le domande da farsi sarebbero diverse – conclude Manocchia – ma atteniamoci alla questione che ci interessa collettivamente e che a mio avviso è questa: Se in questo ‘Paese delle leggi’ (l’Italia da sola ha più leggi di tutti i paesi Ue messi insieme) ci fossero leggi sane, giuste, basate anche solo sulla logica e sul buon senso, questo straniero – come altre migliaia di detenuti comunitari ed extracomunitari che affollano i nostri penitenziari – non avrebbe dovuto scontare la pena nelle carceri italiane, ma in quelle del suo Paese: la Tunisia.
Facendo un calcolo economico, la condanna scontata in patria, anche a spese nostre, ci costerebbe un decimo di quanto costa in Italia, cioé circa 200 euro al giorno. Inoltre, sono convintissimo che il timore di scontare la pena nei Paesi di origine, sarebbe anche un buon deterrente!
Armando Manocchia