Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rimasto silenzioso per tutto il tempo dei governi Renzi e Gentiloni, al solo tentativo che possa arrivare in porto un governo Lega-5 stelle è diventato improvvisamente loquace e, citando la presidenza di Luigi Einaudi, ha fatto capire molto chiaramente a Salvini ed a Di Maio che non ha alcuna intenzione di fungere da notaio per cui, a cominciare dalla scelta del presidente del consiglio e ad arrivare fino all’ultima riga del programma, esaminerà tutto con il massimo scrupolo prima di firmare o meno ogni provvedimento.
Anche se ufficialmente è stato detto che a distanza di poche ore dall’annuncio precedente Lega e 5 stelle improvvisamente non sono più d’accordo sui temi della sicurezza, dei migranti, delle grandi opere, della giustizia e neppure sull’Europa e sull’eventualità del prof. Sapelli come premier, ma voci di corridoio riferiscono che a mettere il veto sarebbe stato proprio Mattarella.
Avendo firmato tutto e di più di quanto gli veniva sottoposto dal governo Renzi ed altrettanto dicasi per il governo Gentiloni, ora Mattarella rischia di essere visto da gran parte dell’elettorato italiano di non essere sufficientemente super partes come dovrebbe essere con il ruolo che ricopre e, così facendo, ricorda molto il suo predecessore, Giorgio Napolitano, che, astenendosi dall’ascoltare l’opinione degli italiani, ha evitato le elezioni per favorire i poteri forti.
Del resto, non è affatto un caso che la sinistra e tutti coloro che appartengono a quest’area politica dichiarino di essere in perfetto accordo con il Presidente, peraltro prescelto da Matteo Renzi. (OPi – 14.5.2018)