I Lea (i Livelli essenziali di assistenza, cioè le prestazioni che il Servizio sanitario è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o tramite ticket) “non sono più adeguati a quelli di un Paese civile: dal 2018 al 2019 si passa dal 6,6% a 6,4% del Pil, cioè sotto la soglia del 6,5% definita dall’Ocse come livello minimo per garantire la tutela della salute“. E’ l’allarme lanciato da Davide Caparini, assessore al bilancio della Regione Lombardia a nome della Conferenza delle Regioni, in audizione sul Def alle commissioni speciali di Camera e Senato.
“Uno Stato democratico di fronte a questo dato si deve interrogare. Si può ancora intervenire sul welfare? Si possono ancora fare dei tagli? – ha sottolineato Caparini – Chiediamo di aggiornare i contenuti del vecchio patto della salute 2014-2016, dobbiamo invertire questo trend degli ultimi 6 anni e definire anche un nuovo programma pluriennale di edilizia sanitaria.
Bisogna investire – ha insistito – in capacità, competenze infrastrutture”.
Secondo Caparini, “questo è un anno cruciale”. In sanità in Europa “14 paesi investono di più, siamo fanalino di coda nel Paesi G7 ma siamo secondi come richiesta ai cittadini“. Cioè, accusa l’assessore lombardo, “lo Stato investe meno e i cittadini pagano molto di più rispetto agli altri paesi G7”.
Guardando poi al contributo finanziario richiesto agli enti locali Regioni, Caparini ha lamentato i troppi tagli subiti. Le Regioni, ha spiegato, hanno “già raggiunto il pareggio di bilancio ed ora ci state chiedendo un ulteriore taglio di quasi 2,5 miliardi, ma noi vogliamo rilanciare gli investimenti, questo è il punto fondamentale per rilanciare l’economia. E’ necessaria una nuova stagione”. (ANSA).