di Antonio Amorosi
Dopo le “massime” cazzata di Michele Serra ecco le “massime” del futuro candidato sindaco del Pd di Bologna.
“Quando vediamo molte scritte sui muri della città, questo lo dicono tutti quelli che studiano questo fenomeno, significa che c’è molta eroina. Perché spesso le scritte sui muri, soprattutto quelle incomprensibili sono dei messaggi in codice per gli spacciatori”, spiega l’assessore alla Promozione di Bologna Matteo Lepore a Punto Radio, storica emittente fondata da Vasco Rossi. Avete capito? Eh!? Non stiamo parlando della ragione delle scie chimiche o di curare il cancro con il bicarbonato. Ma di un’altra questione capitale: Perché qualcuno imbratta i muri con quelle strane scritte incomprensibili che chiamano graffiti e tag?
Svelato l’arcano: “Le scritte sui muri sono dei messaggi in codice per gli spacciatori”.
Matteo Lepore, per chi non lo conosce non è un tizio qualsiasi ma l’uomo bandiera del Pd bolognese, futuro candidato sindaco della città e con molte probabilità eletto. Ex dirigente, responsabile del territorio per Legacoop nel 2009 a soli 29 anni, e prima ancora, a 24, vicepresidente del quartiere Savena in quota Ds-Pd, Lepore è l’uomo marketing dell’attuale giunta Merola e che, come avete capito, ha una mirabile conoscenza dei fenomeni sociali: un’ottima premessa per il riscatto del gruppo dirigente Pd nazionale. Lepore: “Se vediamo la zona universitaria piena di scritte non è semplicemente perché ci sono molti studenti ma anche perché c’è molto spaccio”.
L’affermazione è rimbalzata subito sui social a Bologna destando ironia. Le affermazioni dell’assessore ricordano quella leggenda metropolitana che circolava negli anni ’80 e attribuiva alla scritta “Dio c’è” un messaggio in codice per dire che in zona c’era uno spacciatore.
“Io lavorerei su altre ipotesi”, suggeriscono molti lettori in rete tra cui Simone Grossi di Bologna: “Gli alieni, la massoneria, gli zingari, Topo Gigio”.
Forse se ti chiami Matteo Lepore e unisci i puntini scopri che dietro quei segni incomprensibili c’è davvero un messaggio sui muri ma è solo per te. Lo stesso che hanno provato a mandargli su facebook alcuni writer o aspiranti tali. Infatti a chi gli ha chiesto quale fosse la fonte delle sue perle ha risposto che non ha detto proprio così: “Ho parlato di segni e scritte lasciate dagli spacciatori per identificare le piazze dello spaccio.” Frase mai pronunciata in trasmissione. E noi possiamo far sentire le parole dell’assessore in video.
Ma se l’avesse fatto sarebbe stato anche peggio. Per Lepore, in questa era digitale, strapiena di sistemi di comunicazione criptati, gli spacciatori parlerebbero attraverso scritte sui muri per “segnare” le piazze.
E non è stata l’unica perla del probabile futuro sindaco di Bologna. Ha anche detto che la città “ha recuperato dal punto di vista economico”. “La droga è tornata a essere un fenomeno molto pesante in città… perché questo è uno dei fenomeni a cui purtroppo in una città ricca come Bologna assistiamo negli ultimi anni, perché la droga va dove c’è ricchezza”. No. Quella è la mafia. La mafia va dove c’è ricchezza. Non la droga. La droga, anzi le droghe sono ovunque e presenti in forme e prezzi differenti a seconda dello strato sociale di appartenenza. Anche nelle favelas, dove non hanno niente, si sniffa la colla, il crack. E chissà poi qual è stata in epoca recente una stagione in cui la droga è sparita dalle città. Il capoluogo emiliano è da sempre il trampolino di lancio italiano di quelle sintetiche.
Forse il fenomeno è riemerso all’interesse dell’assessore dopo le figuracce procurate alla città dalla troupe di Striscia la Notizia, aggredita in quelle che da 40 anni sono le zone di spaccio cittadino. Ma probabilmente è solo tutta colpa della confusione del nostro tempo, responsabile di farci vivere la cultura come sapere liquido, consumato in rete al ritmo di uno scroll del mouse o del touch screen del cellulare, mentre si sta seduti sulla tazza del cesso.
Lepore sembra convinto delle sue argomentazioni e parla alla radio locale per una quarantina di minuti in linguaggio, ora sì cifrato, “politique markettingaro”, a proposito di progetti di “immaginazione civica”, cioè la comune partecipazione. Certo il Pd può anche continuare con queste analisi e chiedersi alle elezioni politiche da dove è arrivata la tranvata. Adesso grazie all’assessore di Bologna si potrà leggere la risposta tra i messaggi in codice degli spacciatori che scrivono sui muri.