“Caro Silvio, al di là della famiglia e della gerarchie di Forza Italia, ascolta l’appello di un amico che ti ha sempre difeso dalle ridicole accuse propagandate da Di Battista e Di Maio” e “non cedere, non fare passi indietro, non ritirarti, non accettare il ricatto, non umiliarti, non piegarti. Sarebbe la fine”. Così Vittorio Sgarbi si rivolge a Silvio Berlusconi mentre sono ancora in corso le trattative per la formazione di un governo Lega-M5S.
Per il critico d’arte e deputato azzurro il dovere del Cav è “resistere alla prepotenza eversiva dei 5Stelle“. “Ritirarti, dare appoggi esterni, consentire l’accordo Lega-M5S – sottolinea – equivale ad uscire di scena, ad abbandonare la politica, a riconoscere la sconfitta. Senza speranza e senza rivincita. Una volta fatto un passo indietro, ti arresteranno“.
“Tua figlia Marina – prosegue – che ti suggerisce questa scelta, sbaglia perché, pur avendolo conosciuto e combattuto, si fida del nemico. Con questi non si può trattare, e non si può sperare di avere garanzie di nessun tipo. E appena ti sarai ritirato, non avrai altre mosse perché i tuoi non saranno con te, che sei fuori scena, ma si faranno tutelare, pur a loro rischio, umiliandosi, dalla Lega”.
“Persa la forza, che sei tu – prosegue il critico d’arte e deputato azzurro – cercheranno la clemenza. Non per loro, ma per l’Italia, devi resistere-resistere-resistere. In nome della democrazia, nessuno può chiedere al vincitore di ritirarsi, per un accordo insensato e suicida, nessuno può accettare il diktat di chi pretende accordi, escludendo, per indegnità morale nella loro aberrazione, chi ha contribuito alla vittoria”. “E’ una umiliazione che non puoi accettare e non puoi imporre all’Italia che ha creduto in te”, conclude Sgarbi che si firma “Vittorio, come un figlio”. ADNKRONOS