Il reato di clandestinità esiste e, almeno secondo la Cassazione, non conosce attenuanti che valgano l’assoluzione. Regge al vaglio del Palazzaccio il reato di “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato”: non si tratta di una «condotta occasionale», per cui non è possibile invocare la tenuità del fatto per evitare la condanna.
Non è possibile invocarla perché manca il requisito dell’«occasionalità della condotta», sottolinea la Prima sezione penale che in una serie di decisioni identiche ha accolto il ricorso della Procura generale di Milano contro alcune sentenze del Giudice di pace di Como che aveva prosciolto numerosi migranti, di diversa nazionalità, privi di permesso di soggiorno nella zona di Ponte Chiasso, a Como.