A 9 settimane dalle elezioni l’unica prospettiva è IL VOTO
Dice Armando Manocchia: A 9 settimane dalle elezioni siamo di fronte ad un’unica prospettiva, la stessa prospettiva del 4 MARZO sera. Tornare a votare.
Sarà sufficiente – come lo era allora – una modifica al Rosatellum in senso maggioritario e il ritorno alle urne – il 10 giugno prima – ora a Ottobre, è assicurato.
Abbiamo perso tempo e denaro. Tempo, perchè se i contendenti del P&P, leggasi, potere& poltrone (e non l’interesse generale del Paese e degli Italiani), avessero preso atto prima di aver votato una legge indegna come il Rosatellum – che aprioristicamente anche i sassi sapevano che non avrebbe dato la possibilità a nessuna delle parti in causa di vincere – e dopo se, alla luce degli scrutini, avessero preso atto dei risultati, altro non avrebbero povuto fare che invocare all’unisono e a voce alta di tornare alle urne.
Invece no.
Un atteggiamento infantile ha guidato i due giovani contendenti al trono, con l’aggiunta del comportamento in malafede del vecchio sepolcro imbiancato che ha scaricarto sui partiti, richiamandoli alla responsabilità, l’onere di dare al paese un governo che rispondesse alle “attese dei cittadini”. Esattamente quello che avrebbe dovuto fare lui, e cioè dire: “la gara si è svolta. C’è chi è arrivato primo e chi è arrivato secondo, ma nessuno ha superato il traguardo che la legge richiedeva.
Quindi, con l’autorità del ruolo che indegnamente ricopro, sciolgo le Camere e indico nuove elezioni per il prossimo giorno 10 giugno e vinca il migliore“.
Sarebbe stato difficile? No.
Eppure sarebbe stato un discorso da Presidente della Repubblica super partes, che non è. Sarebbe stato un discorso da statista, che non è. Ma la colpa non è sua. E’ nostra, perché dal 2011 abbiamo subito in silenzio, senza mai scendere in piazza per dire no ai vari governi imposti, uno dopo l’altro, non eletti da nessuno.
Quindi, abbiamo quello che ci meritiamo.
E Mattarella, da veterano della politica di professione qual è, su questa situazione ci ha marciato perchè, tramite un accordo di partiti e un voto parlamentare, una fiducia – che lo rende operativo e non in carica per i soli affari correnti – consente di tenere in vita un governo di sinistra (l’ultimo dei non eletti) con a capo Gentiloni, il quale, consapevole dell’assenza di sovranità politica, giuridica e monetaria, da bravo maggiordomo, osserva le direttive imposte da quella masnada di faccendieri della U€, in tutt’altre faccende affaccendati tranne che pensare all’Italia, e almeno fino a ottobre resterà al Governo, continuando a fare danni.