I richiedenti asilo erano trafficanti di droga. Chi li ospitava non si è accorto di nulla?

In Friuli viene smantellata una rete di trafficanti di droga e si scopre che i pusher erano richiedenti asilo afghani e pakistani.
Adesso basta, non è concepibile che non passi giorno senza che le notizie di cronaca riportino di violenze o reati commessi da questi clandestini mantenuti a spese nostre.
Ma questa grave vicenda emersa con gli arresti di Pordenone evidenzia un altro problema: queste strutture di accoglienza che, per lucrare, per intascarsi 1300 euro mensili dallo Stato per il mantenimento di ogni singolo richiedente asilo, quasi sempre non hanno la capacità e l’organizzazione per sorvegliare questi immigrati.

A Pordenone chi doveva controllare i movimenti e gli orari di questi richiedenti asilo? Possibile che i responsabili o gli operatori della struttura non si fossero accorti di nulla?
Si tratta di un caso gravissimo, che dimostra come l’Italia è insicura e vulnerabile, dall’interno: perché se al posto di fare i pusher questi immigrati avessero deciso di fare i jihadisti? Magari qualcuno al Viminale ha voglia di rispondermi.

Lo afferma il sen. Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato.