Bologna, “Dichiarazione d’amore a D’Annunzio al Gran Hotel Majestic”

DICHIARAZIONE D’AMORE A D’ANNUNZIO
AL GRAND HOTEL MAJESTIC “GIA’ BAGLIONI”
UNA SERATA ISPIRATA AL POETA CHE SEDUCE ATTRAVERSO I SENSI

Il 5 stelle Lusso, “casa” del poeta durante i suoi frequenti soggiorni bolognesi, ospita il 14 aprile un evento che celebra il primo autentico dandy italiano, cultore della bellezza e inventore del Made in Italy. Una serata che unisce letteratura, musica e cibo, con la presentazione di “D’Annunzio e il piacere della moda” di Giordano Bruno Guerri, camei e intermezzi musicali e una cena dannunziana in piena regola, tra ricette stravaganti e grandi passioni.

Bologna, 09 aprile 2018_ “Bisogna fare la propria vita come si fa un’opera d’arte“. Gabriele D’annunzio è l’arbiter elegantiae della sua epoca. Con lui nasce lo stile italiano, una dichiarazione estetica ed etica lanciata come una sfida al mondo: il Made in Italy.

Bologna, città dalle mille anime, è uno dei teatri in cui l’artista interpreta e mette in scena la propria vita: la bellezza e l’eleganza diventano il culto supremo a cui votare ogni momento della giornata. In città D’Annunzio alloggia al Grand Hotel Majestic “già Baglioni” e da qui organizza con metodica disciplina la sua personale rivoluzione dei costumi. Ecco perché sarà il 5 stelle Lusso nel cuore della città ad ospitare, sabato 14 aprile, un evento dedicato al poeta, in occasione dell’80° anniversario della sua scomparsa. Un omaggio che coerentemente è una vera celebrazione dei sensi, un “banchetto” di esperienze e di piaceri, in pieno stile dannunziano: letteratura, musica, cibo, per nutrire il corpo e lo spirito.

Una serata dannunziana

L’evento è organizzato al Majestic dal presidente di APE Confedilizia Bologna, Elisabetta Brunelli in Monzani e la giornalista Maria Teresa Cremonini. Il “maestro delle cerimonie” sarà uno dei maggiori conoscitori del Vate, Giordano Bruno Guerri. Lo scrittore, giornalista e storico – presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani – presenterà alle ore 18.00 il suo ultimo libro “D’Annunzio e il piacere della moda”, edito quest’anno da Rubbettino, con fotografie di Lorenzo Capellini. Reporter di costume, il poeta commissionava gli abiti alle più importanti case di moda europee, diventando modello e ispirazione per la moda dell’epoca.

A seguire, alle ore 20.00 – su prenotazione (€ 55,00)-, una cena dannunziana, basata interamente sulle amate ricette preparate con cura da D’Annunzio o dalla fedele cuoca Albina, che lui giocosamente chiamava Suor Intingola, Suor Indulgenza Plenaria o Suor Ghiottizia.

La cena sarà arricchita dagli interventi musicali del mezzosoprano Claudia Marchi, che canterà un’aria composta da Francesco Paolo Tosti con testo di Gabriele D’Annunzio, e del Maestro Dragan Babic, pianista di Fiume, che suonerà alcuni brani scelti cari al poeta, “Preludio dall’Opera Lohengrin” di Wagner e “Morte di Isotta” di Listz.

Come racconta Giordano Bruno Guerri nel suo libro, il legame profondo tra D’Annunzio e Bologna prende vita attraverso l’arte, la musica – è la città del wagnerismo italiano, amatissimo dal Vate – i monumenti, quelli in pietra – il Compianto del Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, le tombe dei Glossatori in piazza San Domenico – e quelli “viventi”, come l’ammirato Giovanni Pascoli. La città di Guglielmo Marconi, che definisce “il mago degli spazi”, “il dominatore delle energie cosmiche”, lo attirava come un magnete. Primo a coniare il termine “Beni Culturali”, D’Annunzio si battè, invano, contro la demolizione delle tre torri di Bologna: Conforti, Artenisi e Riccadonna. Partendo dal Grand Hotel Majestic “gia’ Baglioni”, la sua casa bolognese, percorreva le strade, passeggiava in via dell’Indipendenza, ne assorbiva gli umori, il famoso genius loci, se ne nutriva e li rielaborava attraverso la sua personalissima visione estetica. Trasformava la sua vita in arte, concreta, visibile, esperibile con i sensi. E valorizzava i prodotti locali, dai cioccolatini Fiat della ditta Majani, ai profumi della ditta Lepit, con cui collaborò creando una linea di fragranze, i “Profumi del Carso”.

Alla tavola di D’Annunzio, il menu

Per D’Annunzio il cibo era un modo per entrare in intimità con il mondo attraverso i sensi, e uno strumento di conquista intellettuale e amoroso, preludio per gli incontri con le sue amanti. Testimoni di questa passione, restano le lettere, i bigliettini, gli appunti rivolti ai suoi flirt e alla sua cuoca, con ricette, richieste, consigli, commenti e complimenti, utilizzati come una partitura per elaborare la sinfonia di sapori proposta al Majestic.

In menù, il 14 aprile, gli ospiti troveranno l’accordo mistico (cacio, pecorino e mascarpone), il risotto alle rose con cui conquistò Eleonora Duse, le frittatine di cui si riteneva, con entusiasmo, il maggiore conoscitore esistente, il vitello freddo che su suo preciso ordine non doveva mai mancare in casa, accompagnato dalla Salsa di tonno che definiva miracolosa. Per finire, il gelato di salsa scismatica a cui tributava tanti elogi e il sangue morlacco, come ribattezzava il cherry-brandy.

14 aprile, ore 18.00

Presentazione “D’Annunzio e il piacere della moda”

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Info: info@apebologna.eu