BOLOGNA – “Quando si ama poco c’è sempre tempo, si rimanda. L’amore, invece, non vuole aspettare, perché vuole raggiungere l’amato. Non possiamo aspettare che qualcuno muoia nei campi profughi o in mezzo al mare!”.
E’ un passaggio dell’omelia della messa di Pasqua celebrata dall’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, che ha esortato anche a “non accettare che la solitudine spenga il soffio della vita di chi è abbandonato a se stesso! Non possiamo diventare prudenti cristiani – ha detto – amanti dei riti ma che non ascoltano e non annunciano la resurrezione nella concretezza della vita vera”.
“La nostra vita – ha aggiunto Zuppi – è piena di paure. Come non averla quando si è deboli, quando si è confrontati con l’enigma del male, ad esempio le minacce del terrorismo, della guerra mondiale a pezzi che si sta combattendo in tante parti del mondo? Come non avere paura nel vedere la cattiveria dell’uomo? La paura è madre di tanti sentimenti cattivi. Ma come liberarsene? Chi ascolta il Vangelo non avrà paura”. (ANSA)