Riso, mais, fagioli rossi, succo d’arancia e burro d’arachidi. Sono alcuni delle decine di prodotti messi nel mirino dalla Commissione europea nell’ipotesi di rappresaglie contro i dazi statunitensi su acciaio e alluminio. Ipotesi che si fa sempre più concreta, a dar retta alle indiscrezioni di stampa a stelle e strisce secondo cui il presidente Donald Trump si appresterebbe a firmare il controverso provvedimento, forse già domani.
Nel corso di una affollata conferenza stampa, la commissaria europea al Commercio, la svedese Cecilia Malmstroem, ha spiegato il pacchetto di contromisure che è stato già studiato per mettere in campo una risposta rapida. L’Ue esporta acciaio e alluminio per 14 miliardi di euro all’anno, i dazi Usa colpiranno 6 miliardi di euro. Bruxelles intenderebbe allora mettere in campo misure di compensazione per 2,8 miliardi di euro complessivi, perché su questo ammontare, secondo fonti della Commissione Ue, ritiene ci sia la compatibilità con le regole del Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio).
“Chiediamo a Washington di ripensarci”, ha detto la Malmstroem. “Ma se così non fosse abbiamo preparato una serie di interventi”. Sul cosa colpire, pur nelle ristrettezze dei tempi, si è svolta una consultazione con i Paesi membri per definire una lista di beni. Secondo France Presse contiene decine di prodotti in acciaio e alluminio oltre a tutta una serie di beni che vanno dall’alimentare all’abbigliamento. E così la vendetta europea si abbatterà su tabacco, whiskey, jeans, ribes, sigari, tabacco sfuso da pipa e da masticare, assieme a T-shirt, magliette, biancheria in cotone, cosmetici, rossetti e alcuni tipi di veicoli, tra cui le moto, e di imbarcazioni da diporto. Nel mirino anche olii essenziali, batterie e carte da gioco.
Il primo intervento Ue sarebbe quello di adire al Wto. Bruxelles sarebbe poi pronta a mettere in campo una serie di provvedimenti per fronteggiare l’eventuale reindirizzamento di acciaio, che sarebbe stato destinato al mercato Usa, verso l’Ue, puntando comunque a evitare una chiusura su scala globale del settore. Infine ci sarebbero questi contro dazi su prodotti Usa “per ridurre l’impatto molto negativo” dei dazi in questione. (askanews)