di Armando Manocchia
Il crollo del Pd nelle elezioni del 4 marzo è un fatto ormai acclarato, ma dare la colpa soltanto a Renzi sarebbe un’interpretazione superficiale. Il Pd ha perso ideologicamente perché tutto il partito si è mosso in un’unica direzione e cioé contro gli italiani.
Innanzitutto il Pd paga il prezzo di essere arrivato al Governo dopo il golpe del 2011, sostenuto dal comunista (ex fascista) Napolitano, nel disprezzo della volontà popolare, ma c’è tutta una serie di ragioni che vale la pena di considerare.
- Per rispetto, al primo posto, mettiamo le migliaia di suicidi a causa della crisi economica
- lo spettacolo indecoroso degli anziani che rovistano nella spazzatura
- la disperazione dei poveri e degli sfrattati
- l’abbandono dei terremotati
- le balle su una ripresa che in realtà non esiste
- i licenziamenti a raffica favoriti dal jobs act
- l’aumento del precariato
- l’aumento delle tasse
- l’aumento della povertà
- la distruzione della sanità pubblica
- la svendita della sovranità nazionale
- lo sperpero di miliardi regalati a organizzazioni sovranazionali
- l’occupazione della RAI e dei grandi media
- la sottomissione alla Germania (chiamata erroneamente UE)
- l’esaltazione europeista
- le privatizzazioni selvagge
- la deindustrializzazione
- il salvataggio delle banche a spese dei risparmiatori
- i miliardi regalati alle agromafie (grazie, Martina)
- l’immigrazione clandestina senza controllo che ci costa miliardi
- il ritorno di malattie ormai debellate o quasi
- i diritti dei “migranti” messi davanti a quelli degli italiani
- l’ossessione per lo ius soli
- la pantomima del razzismo
- l’appoggio incondizionato all’islam
- l’aumento della criminalità
- l’ossessione malata per un fantomatico ritorno del fascismo
- la rovina della scuola anche con l’imposizione del gender
- l’indottrinamento degli studenti al pensiero unico dominante
- la lotta alle fake news per silenziare gli avversari
- l’alleanza col disgustoso guerrafondaio Obama e le peggiori monarchie islamiche
In una parola, il disprezzo per l’Italia e per tutti gli italiani.