Elezioni, a che ora sapremo come è andata? L’importanza dei rappresentanti di lista

di Armando Manocchia

Chissà!

La domanda e, soprattutto, la risposta non sono trascurabili, per chi si appresta a seguire – fino ad un “risultato utilizzabile” (cioè il numero dei seggi per lista e per coalizione) –  le diverse dirette televisive organizzate e annunciate dai tre principali competitor (Rai, Mediaset e La7) a partire dalle 23 di domenica prossima.

Leggendo le 240 pagine dell’opuscolo approvato dal Ministero dell’Interno, “Elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, 4 marzo 2018, Istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione” (pubblicazione nr. 3, del 16 febbraio 2018, http://dait.interno.gov.it/documenti/pubb_03_politiche_ed.2018.pdf), è, però, questa la prima risposta istintiva: chissà?

Chissà!
Non tanto, per la velocità di Presidenti e Scrutatori nel leggere le 120 pagine di regole (le altre sono occupate da Costituzione, Leggi e Decreti), ma, soprattutto, per la scelta di “adattare” le esistenti “Istruzioni” al nuovo sistema elettorale, senza “disegnare” un nuovo “abito su misura”.

Così, dopo settimane di “intenzioni di voto” e di percentuali che non possono più essere rese pubbliche – ma che tutti conoscono, a ennesima riprova di un’Italia, ricordando Enio Flaiano, “culla del diritto, dove il diritto ci stava così bene da essersi addormentato”, al pari di altri aspetti anacronistici che sopravvivono da 70 anni  – e che risentono di tutti i distinguo in tema di astensionismo, schede nulle e cd. “voti che non si trasformano in seggi” delle liste che non raggiungeranno il 3% (se corrono in autonomia) o l’1% (se all’interno delle coalizioni).

Così, dopo gli exit poll che verranno “lanciati urbi et orbi” alle 23 di domenica prossima, anche questi ancora “prigionieri” dei problemi prima indicati, ai quali si aggiungeranno – guardando ai seggi e ai futuri equilibri all’interno delle Aule parlamentari – quelli relativi alle liste che all’interno delle coalizioni non raggiungeranno il 3% e al “come si ribalteranno” sulle liste delle diverse coalizioni i voti dati al solo candidato uninominale (in base alle percentuali ottenute a livello regionale per il Senato e a livello circoscrizionale per la Camera).

Così, si giunge a quello che appare lo snodo più delicato, almeno per le coalizioni e per le tempistiche di spoglio, al di là delle criticità già apparse sui media circa l’intelligibilità della scheda e l’elevato rischio di errori nell’apporre il voto.

Così, quando la sera di domenica 4 marzo si partirà, come noto, con lo spoglio del Senato, ma le riflessioni che seguono valgono per entrambi i Rami del Parlamento, il nuovo “sistema elettorale” impatterà:

  1. sulla previsione – come per il sistema vigente nel 2013 – di un’unica lettura della scheda valida e di un’unica registrazione per i voti dati al solo candidato uninominale di una coalizione, come si legge a pagina 98 delle “Istruzioni”: con il Presidente che “…se il candidato votato, invece, è collegato a più liste, il voto NON può essere attribuito dal seggio a nessuna lista perchè verrà attribuito successivamente dall’ufficio centrale circoscrizionale per la Camera e dall’ufficio regionale per il Senato in proporzione ai voti ottenuti nel collegio uninominale da ciascuna delle liste collegate….” ,  il secondo scrutatore che “…  prende nota … del numero progressivo dei voti riportati da ciascun candidato uninominale e da ciascuna lista collegata nonché il numero progressivo dei voti attribuiti solo al candidato stesso nel caso in cui nessuna di tali liste sia stata votata …” e, infine, il segretario che “… prende nota .. del numero progressivo dei voti riportati da ciascun candidato uninominale e da ciascuna lista collegata …”.

Ognuno può, con estrema immediatezza, percepire le difficoltà e l’elevato rischio di errore, già da questo momento iniziale, per tutte le schede che presenteranno un’unica croce sul candidato uninominale di una coalizione. Vi sarà certamente bisogno di un impegno straordinario dei Rappresentanti di lista necessariamente chiamati ad una attività di controllo su tale dato che presenta una estrema delicatezza: non solo per come si ribalta sulle liste all’interno delle coalizioni, ma, soprattutto, per come la presenza di “candidati a forte impatto e richiamo” possa indurre il cittadino a esprimersi con una sola croce su questo “nome” ritenendo che il voto vada automaticamente anche al Partito/Movimento di appartenenza.

  1. sulla mancata previsione – dopo aver separato schede non valide (bianche e nulle) e contestate (con voto assegnato o non assegnato al candidato uninominale) – di una cd. “quadratura” dei voti non assegnati alle liste di una coalizione perché sulla scheda è stata apposta una croce sul solo candidato uninominale, mentre viene operata la consueta “quadratura”, come previsto a pagina 102, tra schede valide e voti ai candidati uninominali. Il che significa che un errore da parte del secondo scrutatore, quello che annota i voti espressi con una solo croce sul candidato uninominale di una coalizione, diventa irrimediabile, a meno di una presenza attiva dei Rappresentanti di lista e le consequenziali contestazioni, che, al di là delle già previste difficoltà legate all’indicata intelligibilità delle schede elettorali, rischiano di allungare i tempi dello spoglio.
  2. sul “dato di fatto” che le schede con una sola croce sul candidato uninominale di una coalizione si perdono per sempre alla chiusura dei plichi e restano – come si legge da pagina 104 in poi – un numero, che passa da registri a verbali, da tabelle a verbali, …., con tutti i pericoli connessi. Da qui l’evidente necessità per ogni lista delle diverse coalizioni di avere un proprio Rappresentante di lista in ciascuna Sezione e di organizzare una raccolta centralizzata delle informazioni relative ai “voti non assegnati alle diverse liste”, per le eventuali successive attività di controllo.

Così, non ci resta che sperare, soprattutto per le maratone televisive che sono state organizzate per seguire lo spoglio.

A meno che l’annunciato astensionismo … non risolva il problema, riducendolo.