«Se la prendono solo con Innocent, ma non capisco perché non chiariscano anche il ruolo della persona che lo ha accompagnato in auto con due valigie (un tassista camerunense). Questa persona non si è posta delle domande quando ha visto Innocent lasciare quei trolley sul ciglio della strada? E poi chi ha venduto tutti quei litri di candeggina non si è chiesto a cosa potevano servire? Io ho fiducia in Innocent e credo che abbia detto la verità quando dice di non essere stato lui. Lui con la morte della ragazza non c’entra. In quella casa con lui potevano esserci anche altre persone».
Così la compagna di uno dei tre nigeriani accusati dalla procura di Macerata della morte di Pamela Mastropietro. Le parole di Michela P., madre di una bimba di 11 mesi avuta proprio da Innocent – al quale sarebbe stata tolta la patria potestà perché già implicato in un’indagine antidroga -, sono state riportate dal settimanale Giallo che ha parlato con un suo amico, tale Simone, conoscente anche di Innocent.