Il capogruppo della Lega Alessandro Morelli consiglia (provocatoriamente) al Pd Pierfrancesco Majorino di spacchettare il suo assessorato in Comune, «crei il settore Welfare per tutti e quello dedicato agli immigrati». www.ilgiornale.it
In Commissione si discute il Bilancio di previsione 2018 e colpiscono le tante voci legate al capitolo integrazione e profughi. L’assessore precisa che il Comune non ci mette un euro, sono soldi statali, ma non fa molta differenza: i contribuenti verseranno per l’accoglienza dei migranti a Milano 28 milioni di euro, cinque in più dell’anno scorso.
A parità di posti letto, si punta su «una maggiore qualità – spiega Majorino – vogliamo passare da 422 a mille posti Sprar e diminuire da 965 a 400 quelli nei grandi centri di accoglienza». Lo Sprar non prevede solo vitto e alloggio ma anche corsi di italiano e percorsi di avviamento al lavoro per gli ospiti, da qui l’aumento di spesa. E a fine marzo il Comune inaugurerà a due passi da corso di Porta Ticinese, accanto all’Immigration Center in via Scaldasole (ad oggi poco frequentato) un nuovo «Relocation center», vale a dire uno sportello che supporti il trasferimento dei richiedenti asilo in altre città europee o assistenza al rimpatrio per chi vuole tornare nel Paese d’origine.
In Comune, contesta Silvia Sardone (Fi), «hanno come unica priorità l’immigrazione. Mentre molti italiani sono in difficoltà, si continuano a spendere milioni per garantire vitto e alloggio a persone che in gran parte diventeranno futuri immigrati irregolari» […]
«osservando il Bilancio ingenti risorse sono dedicate all’emergenza profughi (28 milioni di fondi statali) e all’inclusione (45 milioni). E all’interno del documento si stima per giunta che entro il 2035 a Milano un residente su tre sarà straniero. Di cosa ci stupiamo? Anziché disincentivare la presenza massiccia di stranieri il Pd apre loro le porte. Per fortuna i cittadini sono stufi delle loro scellerate politiche, e presto li manderanno a casa».