“Ho una ragazza morta in casa” avrebbe detto l’uomo arrestato al portinaio dello stabile dove è stato ritrovato il corpo senza vita della 20enne. Nel 2014, Alessandro Garlaschi era stato denunciato per stalking da una donna.
Una vita normale Jessica non l’aveva da un pezzo. Fuori e dentro dalle comunità di recupero, vittima di istinti suicidi nati dal rimorso per aver dovuto rinunciare alla sua bambina partorita ad appena 16 anni, che le è stata tolta dal Tribunale dei Minorenni. La 19enne Jessica Valentina Faoro faceva a pugni con una quotidianità amara fatta di lavori saltuari, amicizie improvvisate e giacigli di fortuna.
Senza mai perdere però il sorriso autentico. A portarglielo via per sempre ci ha pensato l’altra notte intorno alle 4 un tranviere milanese di 39 anni, che l’ha uccisa a coltellate. Un uomo sposato che, insieme alla moglie, subaffittava alla ragazza una stanza nel proprio appartamento in via Brioschi 93, tra il Ticinese e lo Stadera, in uno stabile abitato solo da una cooperativa di dipendenti Atm, l’Azienda trasporti milanese.
“Ho rigirato il coltello che aveva in mano contro di lei e l’ho colpita allo stomaco”, ha detto al pm il tranviere accusato di aver assassinato la giovane. La 19enne aveva opposto resistenza ai suoi approcci.
Poi, è ricostruito nell’atto, le ha dato fuoco alla parte inferiore del corpo nel tentativo di sbarazzarsi del cadavere della giovane. L’uomo è stato interrogato fin a notte fonda e poi è stato trasferito a San Vittore.