Sharif El Kafrawy Lorenzini, presidente dell’associazione Comunità islamica di Puglia, ricordiamo, si sarebbe indebitamente appropriato di circa 360mila euro di una delle sue società di certificazione «halal», causando inoltre un danno di oltre 1,8 milioni di euro, attraverso una serie di altre condotte fraudolente. Obiettivo: estromettere il fratello da diverse società specializzate nella certificazione internazionale di prodotti rispondenti ai dettami della legge islamica (halal) per realizzare profitti illeciti legati a un giro di marchi e licenze che viaggiano da una società all’altra.
Cibo halal, frode per 360mila euro: interdetto Imam di Bari
Nell’ambito di questo fascicolo era stato interdetto il 18 gennaio. Il pm Fabio Buquicchio, che ha coordinato le indagini della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza aveva chiesto l’arresto. Per un anno, dunque, Lorenzini non può amministrare alcuna società, né svolgere attività d’impresa. Divieto che, però, avrebbe violato.
Per la presunta violazione delle prescrizioni previste dal suo status di interdetto (avere svolto atti di gestione delle sue società) e anche per avere attivato un conto corrente sotto sequestro, il gip del Tribunale di Bari Alessandra Piliego, su richiesta della Procura, ha aggravato la misura nei confronti di Lorenzini, da interdittiva a personale. Da ieri, il presidente dell’Associazione islamica pugliese è ai domiciliari.
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