Sparatoria Macerata, Kyenge: “Si entra nel terrorismo razziale”

Dalla pagina Facebook di Cécile Kyenge (Pd)

Abbasso il razzismo!
Da Macerata ci arrivano brutte notizie. Quella dell’uccisione di Pamela Mastropietro, trovata mutilata e occultata nei trolley da Innocent Oseghale. Una situazione raccapricciante, che purtroppo ha portato al superamento della linea rossa, ed alla riscoperta dell’orrore di cui l’essere umano è capace nei confronti dell’altro.
Poi, sempre da Macerata è giunta un’altra notizia, altrettanto grave.

In realtà la Kyenge aveva scritto “ancora più grave”. Poi ha corretto la frase perché qualcuno le ha fatto notare la castroneria.

Quella di Luca Traini che, munito di una pistola, è andato in giro in macchina a sparare sui passanti, sconosciuti e innocenti. La sua dichiarazione riportata dai giornali fa rabbrividire: “volevo colpire i neri”, indistintamente.
Ora, a parte la profonda tristezza che i due eventi suscitano in noi, abbiamo l’obbligo di fermarci un attimo e di riflettere su alcuni punti fondamentali della civiltà democratica dei nostri tempi. Dobbiamo riaffermare il principio secondo il quale ogni singola persona, in quanto essere umano libero, è responsabile delle proprie azioni. Questa è una delle più grandi conquiste dei nostri tempi e dobbiamo esigere che la giustizia, garantita dallo Stato, punisca severamente i criminali, sulla base delle loro azioni accertate a livello individuale.

Poi l’affondo contro Pamela

Dalle varie testimonianze sui casi di Macerata, emerge che Pamela era purtroppo una ragazza in lotta con la tossico-dipendenza. Trattasi di una situazione di disagio sociale che in qualche modo si rispecchia anche nella vita del suo assassino, così come anche la vita di Luca pare pervasa da un disagio familiare di principio.
È un fatto questo inquietante, perché i protagonisti di questi delitti sono tutti giovanissimi e vittime di tanta marginalità, di tanto disagio sociale ancor prima che personale. La politica rifletta su queste questioni, che richiedono una soluzione radicale, se non vogliamo vedere il paese precipitare verso la violenza generalizzata; verso l’anarchia delle spedizioni punitive.

Inoltre, riprendo la dichiarazione di Luca Traini per cercare di evidenziare un fatto. Se questo ragazzo è andato in giro con l’intenzione di “colpire i neri”, diventa evidente che la sua azione ci deve far balzare dalla sedia. I 6 malcapitati contro cui Luca ha sparato, non solo non hanno nessuna responsabilità, ma neanche sapevano per quale motivo Luca gli stava sparando contro.
Cioè, nel nostro moderno mondo delle libertà e della responsabilità personale, trova ancora posto la percezione di una responsabilità razziale. Quasi non sappiamo neanche come si chiamano le persone contro cui ha sparato Luca. Loro sono anonimi, sono degli stranieri.

Falso. I nomi dei sei feriti (di cui 4 sono già tornati a casa) si sanno benissimo: Jennifer Odion, Nigeria, 25 anni. Mahamadou Toure, Mali, 28 anni. Wilson Kofi, Ghana, 20 anni. Festus Omagbon, Nigeria, 32 anni. Gideon Azeke, Nigeria, 25 anni. Omar Fadera, Gambia, 23 anni.

Il rigurgito dell’oscurantismo improvvisamente riemerge e ci sorprende. 6 persone si sono trovate bersaglio di pallottole, in rappresentanza di terzi. A nome di qualcun altro, loro sono stati colpiti, per il semplice motivo che hanno la pelle ugualmente nera. Con questo modo di pensare e di agire nei confronti degli altri, è chiaro che si supera un’altra linea rossa. Si entra cioè nel terrorismo razziale.
Infatti, da ieri, il terrore dei neri italiani è salito vertiginosamente. Sanno di poter essere coinvolti in modo arbitrario e casuale, in qualunque momento e luogo, in atti commessi da altre persone di pelle nera.
Questo è quello che si chiama “razzismo” perché è la negazione della responsabilità individuale delle persone e l’accreditamento di tesi di responsabilità collettive, assumendo come criterio aggregativo il colore della pelle. Di fronte a queste inaccettabili posizioni, la giustizia deve diventare inflessibile. Devono essere severamente puniti coloro che pensano, parlano e agiscono secondo questo principio.
Purtroppo, in Italia corrono liberi persino alcuni partiti politici che aspirano al Governo del paese e che, continuamente, elaborano e propongono tesi politiche razziste. Si ritengano responsabili del razzismo dilagante perché offrono un quadro di legittimazione a ragazzi fragili e disagiati, i quali finiscono per compiere gesti dalle conseguenze terribili.
La più grande tristezza è vedere che questi movimenti politici continuano ad operare indisturbati, senza che nessuno si impegni mai a fermarli ed a sanzionarli.
Abbasso il razzismo!

(Gli italiani non sono talmente razzisti che lei è stata ministro della Repubblica.)