Piea: business migranti e immobili intestati ai pakistani, prete indagato

L’inchiesta della procura per appropriazione indebita e auto-riciclaggio sulla presunta gestione scorretta del centro di accoglienza straordinaria per migranti di Cunico e Piea va avanti.

Come scrive Coppero su La Stampa, nel registro degli indagati sono iscritti il parroco dei due paesi, don Vittorio Bazzoni, che nei giorni scorsi ha lasciato l’incarico e due operatori sociali pakistani, Alì Hashan e Alì Imram. L’ipotesi è che dai conti della parrocchia, sui quali confluivano i bonifici della prefettura di Asti per la gestione dei centri, venissero compiuti prelievi ingiustificati di contante o trasferimenti di somme su altri rapporti bancari riconducibili a privati. Il denaro sarebbe stato poi reimpiegato nell’acquisto di immobili. La diocesi e la prefettura sono considerate parte lesa.

Il giudice per le indagini preliminari Giorgio Morando, su istanza della procura ha firmato un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di un alloggio ad Asti in via San Giovanni Bosco 11, di un locale ad uso commerciale in corso Matteotti 10 e di un terzo stabile a Piea. I tre immobili sono intestati ai pakistani indagati o a loro familiari.

Ma c’è un secondo filone d’indagine, connesso al primo, che riguarda la presunta frode consistita nella mancata comunicazione alla prefettura da parte di don Bazzoni dell’allontanamento volontario di alcuni fra i 28 ospiti indicati nel contratto stipulato tra l’ente di piazza Alfieri e la parrocchia di Cunico-Piea. Vi sarebbe stato un «ingiusto profitto» dovuto all’incasso indebito della diaria di 35 euro al giorno per migrante versata dalla prefettura a condizione che il rifugiato viva stabilmente a carico della struttura assistenziale.

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