Musulmana velata allontanata dal tribunale, Kyenge: “No al populismo giudiziario”

“Esprimo la mia più sentita solidarietà e vicinanza alla giovane avvocatessa praticante costretta a lasciare l’aula della seconda sezione del Tar dell’Emilia Romagna causa insistenza del giudice a farle togliere il velo o a uscire dall’aula”.

Art. 129 del Codice di Procedura civile, che forse la Kyenge non conosce

L’eurodeputata del Pd Cecile Kyenge esprime la sua vicinanza ad Asman Belfakir, avvocatessa 25enne di origine marocchina dopo l’episodio di ieri al Tar di Bologna, dove un giudice le ha detto che non poteva stare in aula con il velo islamico.

“Noi vogliamo vivere in un Paese dove i giudici badino alla coerenza della strategia difensiva dell’avvocatessa, ovvero alla sua competenza, rispetto ai fatti per cui era in venuta in tribunale”, continua Kyenge.

“Il riferimento alla tradizione o alla ‘nostra’ cultura, se pronunciato dal giudice in un’aula del tribunale, è l’espressione di un populismo giudiziario che non fa bene al paese – prosegue l’ex ministra – Inoltre, tutto il dibattito contradittorio e la controversia fra giudici sul tema dimostra quanto alcune disposizioni e normative in vigore necessitino di una urgente riforma, per mettere tutto il paese al passo con tempi, nel rispetto della nostra Costituzione”.

Nel caso di Belfakir, “ogni eventuale allusione a convinzioni culturali da parte del Giudice è deleteria, essendo l’Italia un paese essenzialmente democratico, multiculturale e pluralista”, conclude Kyenge.

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