Il tema, estremamente importante per l’Italia, è stato posto dall’On. Mario BORGHEZIO in una interrogazione al Parlamento Europeo in cui spiega che “attualmente il settore dell’acquacoltura in Italia realizza una produzione ittica di eccellenza (fra pesce, crostacei e molluschi) di oltre 140.000 tonnellate l’anno di prodotto fresco, controllato e rispettoso degli ecosistemi. Esistono importanti margini di crescita del settore, sebbene la maggioranza del pesce sul mercato europeo sia di importazione”.
Borghezio aggiunge che “dopo la Thailandia, che ha già un’importante quota di mercato, si sta rapidamente sviluppando il settore in Viet-Nam e nel delta del Mekong, area ad oggi interessata da un forte inquinamento delle acque. Molte aziende di questo tipo nel Sud-Est Asiatico sono sorte grazie a joint-venture e partecipazioni con società australiane”.
Queste le due domande rivolte da Borghezio alla Commissione Europea:
“Dal momento che gli accordi di libero scambio attualmente in via di definizione con Australia e Nuova Zelanda potrebbero a breve aprire le porte dei nostri mercati senza dazi o controlli adeguati a produzioni ittiche meno pregiate e non totalmente sicure, come intende agire la Commissione per scongiurare tale pericolo, sostenendo nel contempo le imprese europee ad alto valore aggiunto?”.
“Alla luce di quanto esposto, la Commissione non ritiene doveroso effettuare serie verifiche sulla reale utilità di nuovi accordi di libero scambio per l’economia europea?”.
On. Mario Borghezio – Deputato Lega Nord al P.E.