Vescovo di Locri: “In Italia gretti egoismi. Perdonateci, fratelli migranti”

La lettera di monsignor Francesco Oliva agli immigrati, riportata dal Corriere della Calabria, che ringraziamo

Caro fratello immigrato, cara sorella immigrata,
mi aspetto una reazione spontanea, forse anche infastidita, a questa mia lettera. Dopo le tante difficoltà che hai incontrato, percorrendo chilometri e chilometri nel deserto. Poi la lunga attesa, chissà se non costernata di violenza. Infine, la rischiosa traversata del Mediterraneo. Vedo ancora nei tuoi occhi le lacrime di dolore per la perdita di amici, bambini, uomini e donne, annegati nelle fredde acque del Mediterraneo. Ora dopo tante prove, sei al sicuro. In questo luogo di accoglienza. Qui sei arrivato senza sapere come e perché. Forse diretto verso altri lidi. Sei arrivato in questa terra. Che forse immaginavi diversa. Comodità, ricchezze, lavoro, accoglienza in palazzi sontuosi. Forse sognavi una terra più ricca. Ma qui hai trovato volti amici pronti a sorriderti, mani aperte. Forse anche sguardi sospetti. Gente pronta ad accoglierti, ma anche tanti signori preoccupati dalle cosiddette «immigrazioni di massa», «pericolo per i residenti», «rischio di contagio per tutti», «ladri di lavoro e risorse».

Ecco l’inutile infondata paura dello straniero. Man mano passano i giorni, niente di tutto questo. Un arcobaleno di colori oggi illumina le nostre piazze. Sono i colori di un mondo multiculturale e multirazziale. Anche le istituzioni, che avrebbero dovuto gestire il fenomeno, ammettono che qualcosa non ha funzionato, che l’immigrazione è stata malgestita, al punto che ciò che doveva essere un atto di speranza, s’è trasformato in disperazione. La paura ha generato chiusure, i gretti egoismi hanno innalzato muri e steccati. Quante barriere di fronte ad una umanità debole e povera, che implorava solo aiuto! Perdonaci, fratello immigrato.

Accogli la difficoltà del nostro piccolo mondo. Sappiamo che non sei solo: migranti come te nel mondo ce ne sono oltre 258 milioni! Ma questo non ci spaventa, se insieme possiamo costruire un mondo di pace. Se ognuno sa rispettare la cultura, il pensiero e la fede dell’altro. Se insieme sappiamo pregare lo stesso Dio. Se insieme sappiamo rendere questo mondo più bello ed accogliente. Non abbiamo molto da offrirti in questa nostra terra che hai imparato a conoscere come la Locride. Una terra di sole e di mare, dai colli che appena la sovrastano. Se non possiamo darti sicurezza e denaro, accogli la nostra umile voglia di condividere con te desideri e speranze. Sogniamo con te per tutti la fine di ogni illegalità ed abuso. Insieme possiamo cantare la vita e rendere il mondo più bello. Insieme possiamo abitare questo nostro tempo come una grande opportunità di crescita e di arricchimento. Sì, di arricchimento reciproco, di incontro, di culture diverse. È un cammino che porta ad una nuova civiltà. Un cammino attraverso una grande trasformazione sociale, che fa del nostro mondo un mosaico di culture e valori che s’intrecciano e fondono insieme. Tutto è possibile seguendo la strada che indica da Papa Francesco con quattro verbi: “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare” migranti, rifugiati, richiedenti asilo, sfollati e vittime della tratta di esseri umani. Forse avresti sognato di restare nel tuo paese di origine, se non fosse stata messa a rischio la tua dignità, la tua pace e sicurezza. Sì, anche tu, fratello e sorella immigrata, hai diritto a rimanere nella tua patria e a vivere in essa con dignità, in pace e sicurezza.
Chiediamo perdono, fratello e sorella immigrata, per chi ha infranto i tuoi sogni. Noi non abbiamo paura della diversità. Tu non sei diverso: sei nostro fratello!

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