Difende Polizia e Carabinieri, Aldo Grandi denunciato per vilipendio delle forze armate

Giornalista denunciato perché difende strenuamente le Forze dell’Ordine, ma usando termini ‘sgraditi’ ai vertici dell’Arma.

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Aldo Grandi, 56 anni, dal 2011 direttore ed editore della Gazzetta di Lucca, giornalista professionista dal 1992, è stato denunciato dal comando provinciale dell’Arma dei carabinieri di Cortile degli Svizzeri ai sensi dell’articolo 290 del codice penale, ossia vilipendio della Repubblica, delle istituzioni e delle Forze Armate. Il 22 dicembre 2017 è stato colpito da un provvedimento cautelare di sequestro preventivo firmato dal pubblico ministero e convalidato dal giudice. Ad Aldo Grandi è stata contestata la denominazione della sezione Coglioni in divisa ritenuta offensiva per le forze dell’ordine e alcuni articoli che, quindi, sono stati rimossi, insieme alla sezione medesima, dal giornale e dal Web.

“Si ritiene – è scritto nel decreto di convalida del sequestro preventivo disposto in via d’urgenza – che gli articoli pubblicati da Aldo Grandi integrino il reato di vilipendio anche con riguardo alle Forze dell’ordine. Le espressioni ‘ coglioni in divisa’ e più in generale la forma adoperata in ordine alle condizioni in cui operano le forze dell’ordine sono oggettivamente ingiuriose. Non può valere né quale causa di giustificazione né quale elemento che consente di escludere l’elemento soggettivo la considerazione che l’autore sia stato mosso dall’intento di rivalutare la funzione delle forze dell’ordine perché la formulazione del pensiero sminuisce, mette concretamente in ridicolo i compiti espletati dai corpi dei carabinieri e polizia quali corpi espressamente menzionati negli articoli. Si ravvisa il periculum in mora poiché la disponibilità della sezione ‘Coglioni in divisa’ del sito Internet darebbe inevitabilmente luogo, mediante la pubblicazione di altri articoli del medesimo tenore, alla reiterazione del reato. Si ravvisa l’urgenza, tenuto conto che proprio il periodo di quiete e di astensione dalle attività quotidiane rappresentato dalle ferie natalizie si presta ad essere sfruttato dall’autore per la pubblicazione di articoli analoghi a quelli esaminati nel presente provvedimento”.

La direzione del giornale rileva che è un precedente gravissimo sottoporre a sequestro preventivo non uno o più articoli bensì una intera sezione di un giornale in violazione della libertà di stampa garantita dalla Costituzione, rilevando che una tal rara procedura è consentita dalla giurisprudenza solo per fattispecie specifiche previste dalla legge tra le quali non rientra neppure la diffamazione e tanto meno reati per i quali non è prevista la pena della reclusione.

L’articolista intende chiarire, ad evitare equivoci, che pacificamente il termine utilizzato “coglione” era un rafforzativo e allo stesso tempo una provocazione destinati entrambi a scuotere le coscienze di coloro che, pur avendone il compito e la possibilità, non sempre comprendono il ruolo svolto dalle forze dell’ordine, spesso vilipese, oltraggiate, dileggiate e criticate da molti mass media per e nonostante il duro e difficile lavoro svolto quotidianamente. Nessuna critica, quindi, alle forze di polizia, bensì, all’opposto, un attestato di stima e di sprone a portare avanti quella che, a tutti gli effetti, può essere considerata una non facile missione a tutela della collettività.