Il Pd a caccia di fondi crea un “listino prezzi” per garantirsi un posto sicuro in Regione. Tutto parte dal Piemonte – dove lo scorso dicembre la direzione regionale ha varato un regolamento finanziario, accompagnato da una delibera sulla “partecipazione alle spese della campagna elettorale per il rinnovo dei membri del Parlamento da parte dei candidati”.
“I parlamentari uscenti devono 50.000 euro” si legge in un articolo de Il Fatto Quotidiano, “i Consiglieri regionali in carica che vogliono passare al Parlamento, 40.000, i candidati al primo mandato 30.000. Anche i candidati in posizione ‘non eleggibile’ sono tenuti a contribuire alle spese, con un contributo di 1.000 euro. I candidati, che risultassero eletti inaspettatamente devono comunque versare il loro contributo. Ad esclusione dei candidati nei collegi uninominali. Questo perché i collegi sono per definizione contendibili”.
E, sull’onda del Piemonte, ora il listino potrebbe essere esteso, con criteri simili, anche alle altre regioni d’Italia. Anche al Nazareno – vista la situazione finanziaria non certo rosea – i vertici nazionali del Pd stanno pensando a regole assimilabili a quelle piemontesi. “Ovvero, si paga per i posti sicuri nei listini, non per la candidatura in un collegio” prosegue l’articolo, “anche se, per esempio, non è stata sciolto il nodo su come comportarsi con chi ha il ‘paracadute’ e corre sia nel collegio, che nel listino”.