Volenti o nolenti, Benito Mussolini è stato uno dei presidenti del Consiglio d’Italia. E per questo, insieme a Giolitti e tanti altri, è rappresentanto nell’anticamera della Sala Verde di Palazzo Chigi, la stanza dove il governo tiene le riunioni ufficiali.
Sono le foto di tutti i primi ministri dal Regno d’Italia a Renzi, nessuno escluso. Compreso il Duce.
L’ultima provocazione viene dal professor Alberto Melloni, che dal palco dell’Ariosto di fronte a Gentiloni nel giorno della festa del Tricolore ha detto:
“Nella anticamera di Palazzo Chigi c’è la foto del duce, che forse non va tolta, ma che chi porta la stigmate della persecuzione ha il diritto di rompere, perché almeno un vetro rotto lo distingua da Cavour o da De Gasperi”.
Per spiegare meglio la sua posizione, il professore ha poi rilasciato una intervista alla Gazzetta di Reggio. “Mi ha sempre colpito quella fotografia del duce nell’anticamera di Palazzo Chigi – ha detto – così come le altre immagini di Mussolini che ancora svettano in sedi istituzionali, penso ad esempio al palazzo del Csm”. Melloni non intende togliere la foto (sarebbe “autoassolutorio”), ma propone di far distruggere (a una “persona sopravvissuta”) il vetro con la foto del Duce. “In questo contesto di teste pelate che tornano – ha ribadito – sarebbe un insegnamento. Perché è bene ricordare che fare i fascistelli non è come farsi i tatuaggi. E alcuni gesti, fatti in nome di una generica ribellione, possono essere molto pericolosi. La manifestazione di Forza Nuova a Ostia mi ha particolarmente colpito e impressionato”.