TUNISI, 9 GEN – Scontri e disordini tra gruppi di giovani manifestanti e forze dell’ordine si sono verificati in varie città tunisine fino a tarda notte: Thala, Kasserine, Sbeitla, Bouhajla, Oueslatia (Kairouan), Douz, Kebili, Gafsa, Tebourba e Cité Ettadhamen (Tunisi).
Le manifestazioni di protesta contro l’aumento del costo della vita e la marginalizzazione sono spesso degenerate in violenze. Si registra anche il decesso di un 43enne dopo aver partecipato alle proteste a Tebourba, notizia confermata dal ministero tunisino della Salute, e il saccheggio di un supermercato a Citè Etthadamen, sobborgo popolare della capitale.
A Cité Zouhour, nel governatorato tunisino di Kasserine, reparti dell’esercito schierati in serata hanno riportato la calma in città dopo una giornata di scontri e tensioni. Il portavoce del ministero dell’Interno Khalifa Chibani, ha dichiarato in nottata alla radio locale Mosaique che questi eventi non hanno nulla a che vedere con le proteste per l’aumento dei prezzi ma che si è trattato di bande di violenti che hanno approfittato della situazione per saccheggiare.
Il portavoce del ministero ha stilato anche un parziale bilancio dei disordini: i manifestanti hanno attaccato il posto di polizia di El Battan alla Manouba bruciando l’ufficio del comandante, l’agenzia delle Finanze di El Gtar a Gafsa rubando una quantità di tabacchi lavorati, il deposito comunale di auto della regione rubando due autoveicoli e due moto, un supermercato a cité Intilaka nei pressi della capitale, il deposito comunale di El Bassatine a Kasserine rubando 34 moto.
Lanciate anche alcune molotov a Kasserine: sei gli agenti feriti. A Tebourba i manifestanti hanno attaccato la sede della delegazione di governo incendiandone alcuni mobili, oltre ad aver tentato di attaccare una filiale bancaria e svaligiarne il bancomat.
La protesta popolare era nata nei giorni scorsi contro l’ondata di aumento dei prezzi per l’entrata in vigore della finanziaria 2018, che ha introdotto maggiorazioni per carburanti, assicurazioni, servizi, un aumento dell’Iva dell’1%, e altre misure adottate dal governo per cercare di contenere la spesa pubblica. (ANSAmed).