Lo aveva annunciato e ha mantenuto la “promessa”. Gli Stati Uniti hanno, infatti, iniziato a negoziare un taglio di 285 milioni di dollari dei fondi che avrebbero dovuto versare all’Onu per il prossimo anno.
“L’inefficienza e le spese facili delle Onu sono ben note – ha denunciato l’ambasciatore americano all’Onu, Nikky Haley – non consentiremo più che la generosità del popolo americano sia sfruttata”.
Per le Nazioni Uniti è stato sicuramente un Natele amaro. Il taglio degli Stati Uniti è significativo e rischia di pesare non poco sul bilancio che nell’anno fiscale 2016-2017 è stato in totale pari a 5,4 miliardi di dollari. La mossa è la prima rappresaglia americana al voto di tre giorni fa con cui l’Assemblea Generale ha bocciato la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele e di spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv. Sono stati ben 128 i Paesi, tra cui l’Italia insieme alla totalità dei Paesi più importanti dell’Unione europea, a votare contro lo strappo del presidente americano.
Prima del voto all’Assemblea Generale dell’Onu Haley aveva promesso che gli Stati Uniti si sarebbero ricordati di chi gli ha voltato le spalle. Solo otto Paesi, incluso Israele, hanno votato a favore della decisione di Trump. Ieri è stata annunciata anche dal Guatemala, che conta sui finanziamenti americani, la decisione di riportare l’ambasciata a Gerusalemme da dove la aveva spostata nel 1980 dopo la risoluzione Onu 478 che bocciava per il riconoscimento unilaterale della Knesset, il Parlamento israeliano, di Gerusalemme “capitale unica e indivisibile di Israele”.