Tramonta lo Ius soli, ira dell’Unicef

Il provvedimento sullo ius soli non è stato affrontato oggi dall’aula del Senato che, di fatto, ha rinviato alla prossima legislatura la scelta sulla sorte del ddl per la cittadinanza. Dopo l’approvazione della manovra il presidente Pietro Grasso ha messo in discussione il disegno di legge sulla cittadinanza, a cominciare dalle pregiudiziali. Ma il senatore della Lega Roberto Calderoli ha chiesto la verifica del numero legale prima di proseguire. Verifica che ha dato esito negativo. Non essendoci quindi il numero legale per proseguire i lavori – e vista, come detto dallo stesso Grasso, la difficile colmabilità dello scarto fra senatori presenti e senatori assenti – il presidente ha fissato la prossima seduta per martedì 9 gennaio alle 17, con all’ordine del giorno “comunicazioni del presidente”. Quando, molto probabilmente, il capo dello Stato avrà già sciolto le Camere in vista delle elezioni.

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Unicef: basta ipocrisie elettorali – “Doveva essere un gesto di civiltà come qualcuno ha detto tempo fa invece si chiude nel modo più incivile possibile, lo ius soli non verrà approvato, basta ipocrisie elettorali”. Così afferma Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef-Italia. “Le Camere stanno per sciogliersi come anche l’ipotesi di approvazione di questa legge come neve al sole – continua in una nota –  Provo vergogna nel vedere come una riforma moderata nei contenuti e così necessaria nella sostanza non trovi spazio al pari di tante altre”.

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I nababbi della fame: l’80% del budget speso in stipendi e spot pubblicitari

Lo denuncia con spietata meticolosità Graham Hancock, autore del libro Lords of poverty (MacMillan. London, 1989): circa l’80% del budget di queste organizzazioni è destinato alle spese di funzionamento: cioè agli stipendi dei funzionari, pubbliche relazioni e campagne promozionali. Mentre solo il 20%, quando va bene, è costituito dagli aiuti reali alle popolazioni bisognose.

Se la FAO (ONU) non esistesse, ogni anno 1.188.493 persone eviterebbero la morte per fame.