Ai tempi del referendum sul divorzio (io feci lo scrutatore, ero contro), l’argomento di chi era a favore fu: ma per voi cattolici, che credete al matrimonio indissolubile, non cambia nulla! Mica vi vien tolta la libertà di contrarre matrimonio sacramentale – siete voi invece che volete togliere la libertà ai laici.
Era una menzogna. L’esistenza della legge sul divorzio ha “promosso” il divorzio stesso, l’ha moltiplicato, ha fatto scadere il matrimonio con le conseguenze che vediamo oggi: denatalità , mariti che vivono in miseria – il danno sui figli è immedicabile, la devastazione del tessuto sociale ha raggiunto un punto di non ritorno. Dopo decenni di matrimoni che finiscono in 4-5 anni, il matrimonio stesso ormai è pochissimo praticato. Io stesso sono un divorziato, non risposato, senza figli; dei miei amici più giovani, quaranta-cinquantenni, uomini e donne, sono non sposati e senza figli – senza pensarci troppo ne posso contare già cinque. E sono cattolici. Grandi solitudini più o meno coraggiosamente affrontate, ma il deserto che cresce in questa società è evidente.
Quando ci fu il referendum sull’aborto, ci fecero lo stesso discorso: nessuno vi obbliga ad abortire, voi bigotti reazionario legati a tabù superstiziosi; è che voi non godete, e volete impedire agli altri di godere – della libertà sessuale testé conquistata dalle donne (una militante radicale, dopo un dibattito, cercò di farmi ragionare: “Potresti averne bisogno anche tu…”, mi sussurrò). Del resto, la legalizzazione riguarderà solo casi estremi..
Altra menzogna. Ci mancano sei milioni di italiani, che stanno rimpiazzando centinaia di migliaia di clandestini stranieri non integrabili nella nostra “cultura” (quale cultura,ormai, del resto? Quella che era la nostra, era cristiana, l’abbiamo rigettata). Le devastazioni intime che ha prodotto nelle donne sono incalcolabili e incalcolate. Accenno solo al fatto che per le ragazze che cessano di custodire la propria verginità (anzi, sono soggette ad una pressione sociale contraria: “Dàlla, sii libera!”), la possibilità di porre termine a gravidanze indesiderate con contraccezione ed aborto le rende più soggette ai desideri e prepotenze dei maschi. La “liberazione sessuale della donna” è una liberazione sessuale del maschietto, in realtà – ed in misura crescente, fa della donna una “schiava sessuale”, più o meno consenziente – per paura della solitudine, sempre più spesso, negli strati sociali bassi, per conformismo (la famosa pressione sociale a non resistere…). Sulla devastazione morale e spirituale, che ha sporcato e reso derisori fedeltà, lealtà, fiducia, amore, cavalleria e nobile rispetto, si potrebbero scrivere volumi.
Il numero di aborti legali è calato sì, nei decenni: nel 1983, erano pari a 233.976; nel 2014 sono scesi sotto i centomila (97.535) nel 2015 sono stati 87.639. L’internazionale femminista ha spinto l’ONU a “censurare l’Italia: da noi troppi medici obiettori”. Nessuno che abbia obiettato che il calo è in relazione all’invecchiamento generale della popolazione. Le donne sopra i 35 anni, anche “sessualmente liberate”, non hanno più tanto bisogno di abortire. Al grido di “Aborto diritto negato!” (così i titoli di La Stampa e Repubblica) quel che volevano, in realtà, era cominciare a negare il diritto all’obiezione di coscienza dei medici : una violazione rivoltante di un diritto molto più fondamentale del “diritto all’aborto”, la coscienza morale individuale non viene più ritenuta insindacabile. Si potrà essere obbligati a farsi omicidi.
Adesso infatti, ci si è arrivati con queste legge sull’eutanasia. Abbiamo sentito proporre per la terza volta gli stessi argomenti: volete imporre a chi non crede le sofferenze inenarrabili, avete visto il Dj Fabo che ha dovuto andare a morire in Svizzera! Caso pietosissimo, e voi, cuori di pietra. Del resto, potete scrivere sul vostro bio-testamento che non volete che si allevino le vostre sofferenze. Del resto, si praticherà solo nei casi estremi…Sì, vero? Abbiate la pazienza di guardare questo video. In paesi dove l’eutanasia è legale, Belgio e Olanda, ci sono inferniere che dicono: non so dove mi farà ricoverare quando sarò malata io ho paura, non mi fido … ho visto eutanasie illegali.
Concludo postando la conclusione di un lettore:
Ciò che mi fa schifo non è tanto la “legalizzazione della morte” in sé… Ciò che noto è che nessuno pensa più al diritto a una vita dignitosa: nessuna pietà per i suicidi e i fallimenti causati da tasse, banche, Europa. Nessun aiuto ai terremotati, nessun sostegno ai giovani senza lavoro e che non possono mettere su famiglia. Insomma, secondo Bonino & Co. l’unico diritto fondamentale è quello di levarsi dalle palle, possibilmente senza sporcare il tappeto. La nostra è una cultura che sotto il pretesto del laicismo, dei diritti fondamentali e così via, pratica in realtà una sistematica distruzione dell’individuo, della famiglia e della società. Una cultura che con una mano ti offre il diritto di morire e con l’altra ti porta via, uno dopo l’altro, tutti i diritti fondamentali può essere solo definita come una cultura della morte.
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Paola Taverna (M5s), Emma Bonino e complici piangono di gioia dopo l’approvazione del biotestamento