«Dobbiamo considerare responsabile di un crimine chiunque appenda in casa o in stanza la bandiera di Vittorio Emanuele II Padre della Patria, o di Nicola II zar di Russia, visto che il periodo storico è il medesimo rappresentato dalla bandiera, epoca di Guglielmo II, tanto contestata al Carabiniere di Firenze? Chi si è indignato deve spiegarmi che differenza c’è tra i periodi storico-politici in questione. Me lo devono spiegare» dice Gianni Tonelli Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), a seguito della polemica sulla bandiera spacciata per neonazista, appesa nella camerata di un Carabiniere a Firenze, tra l’altro studente universitario laureando in storia ed appassionato proprio a quel periodo storico che, lo ricordiamo, nulla ha a che vedere con la Germania nazista.
«Questo dimostra – continua Tonelli – la strumentalizzazione bieca, falsa e che in Italia ci sono 100 pesi e 100 misure. Se alcune persone minacciano uno schiaffo, vengono additate e criminalizzate, se altre disfano e distruggono città, nessuno dice nulla. Questo caso di Firenze è l’ulteriore conferma di 100 pesi e 100 misure in Italia, che portano a valutare qualsiasi cosa con occhiali muniti di lenti ideologizzate. Si parla di nazismo e fascismo e, io credo che chiunque non accetti le idee degli altri e molte volte tenti di prevaricare imponendo con la violenza la propria idea o servendosi del proprio potere, sia sostanzialmente un fascista, indipendentemente dalla bandiera dietro la quale si nasconde. Vorrei dire a Veltroni poi, che è anche fascista – conclude Tonelli – chi all’interno dello Stato reprime le libertà costituzionalmente garantite, magari con lo strumento del falso».