Nuove indagini su Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena. Ed è bufera sul procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, che ascoltato nei giorni scorsi in commissione parlamentare d’inchiesta sui crac bancari, non ha informato la commissione del nuovo fascicolo aperto dalla procura. Il caso potrebbe ora finire sul tavolo del Csm.
Oggi Rossi, con una secca dichiarazione, interviene sulla vicenda: “Tutto quello che avevo da dire l’ho detto in commissione giovedì scorso”. “Non ho nascosto nulla circa la posizione del consigliere Boschi in relazione alle domande che mi venivano poste” dalla Commissione parlamentare. Si difende in questo modo il procuratore. Secondo quanto anticipa il sito di Repubblica il magistrato spiega che “le domande hanno riguardato i fatti in oggetto e non, in alcun modo, le persone iscritte nel registro degli indagati“.
E Renzi strepitava… “Il problema delle banche non era il Pd. Nessun profilo penale per il padre di Boschi”
Da Pm Arezzo lettera a Casini su caso Boschi – Il presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, Pier Ferdinando Casini, ha ricevuto in queste ore una lettera dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo, Roberto Rossi in cui viene spiegata la posizione di quest’ultimo in merito al caso del padre di Maria Elena Boschi. Da fonti della Commissione si apprende che questo pomeriggio la lettera sarà trasmessa dal Presidente in via riservata a tutti i membri della Commissione.
LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA – C’è un nuovo fascicolo aperto dalla procura di Arezzo sulla ex Banca Etruria: secondo quanto appreso si tratterebbe di uno spezzone di indagine che riguarda la vendita di obbligazioni considerate rischiose ai clienti retail che non avrebbero avuto il profilo per acquisirle. Nel registro degli indagati ci sarebbero membri del cda della Banca presieduto da Giuseppe Fornasari tra cui, secondo quanto riporta dal quotidiano La Verità, anche Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena, che è stato all’epoca vicepresidente della banca, sebbene senza incarichi operativi. L’apertura del fascicolo sarebbe scaturita dalle sanzioni comminate dalla Consob agli ex amministratori di Banca Etruria nel settembre scorso, per complessivi 2,76 milioni di euro. E riguarda il periodo 2012-2014, incentrato proprio sulle violazioni riscontrare nei prospetti informativi. La procura, sempre secondo quanto appreso, starebbe dunque valutando i profili penali relativi alle norme che puniscono il falso in prospetto e il ricorso abusivo al credito.
Sempre ieri è intervenuto il senatore Andrea Augello, componente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, ha annunciato di aver “inoltrato al presidente Casini, preannunciandogliela telefonicamente, una formale richiesta affinché venga accertata l’esistenza di un filone di indagine sulla denuncia della Consob riguardo alle falsificazioni dell’ultimo prospetto per l’emissione di obbligazioni subordinate di Banca Etruria.
Se così fosse – ha affermato Augello – ovviamente sarebbero in questo momento indagati i componenti del cda che deliberarono su quel prospetto, e di tutto ciò il procuratore di Arezzo Roberto Rossi non avrebbe ritenuto di informare la Commissione.
Il presidente Casini dovrà accertare queste circostanze e qualora fossero confermate” il senatore Augello ha già preannunciato la sua volontà di proporre alla Commissione “di trasmettere l’audizione del dottor Rossi al Csm affinché – ha concluso – ne sanzioni il comportamento reticente e omissivo davanti al Parlamento italiano”. ANSA