Il crimine chiamato “prestito vitalizio ipotecario”

di Carlo Botta

Molti ne hanno sentito parlare ma pochi sanno quanto sia crudele e immorale questa “truffa” legalizzata. Un vero e proprio sistema per consentire alla finanza (spesso straniera) di mettere le mani sugli immobili degli italiani.

una deputata del partito di Governo in Tv invita gli anziani ad affidarsi a tale crimine

In questo post proverò a spiegare in modo stringato e chiaro i punti salienti di questa orribile trovata.

Per introdurmi nei dettagli devo fare un paio premesse, la prima riguarda il fatto che la nostra Costituzione, all’Art. 47 recita:

“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito.

Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.” 
 
In tale Articolo della Carta Costituzionale ci sono gli elementi probatori che lo Stato (Governo) ha letteralmente negato i principi di tutela e salvaguardia sanciti dalla Carta; pertanto a mio modesto avviso, questa formula di “esproprio” oltre che di dubbia legalità, è sicuramente immorale.
Sono decenni che i “signori” dell’€uroZona sbavano per l’immenso patrimonio immobiliare dei cittadini italiani. Altra considerazione importante è che stiamo vivendo un trend di forzato declino, un’era in cui per la prima volta le generazioni nuove stanno peggio di quelle precedenti. Mai ciò era accaduto, e parlo da almeno dal dopoguerra. Infatti mai si era visto in Italia giovani ricorrere all’aiuto dei genitori, o ancor peggio, genitori e figli chiedere aiuto ai nonni. Ed è proprio qui che entra in scena il “prestito vitalizio ipotecario” (di seguito PVI).
L’immobile è sempre stato quel legame che consentiva di tramandare i frutti del lavoro e sacrifici delle generazioni ai loro posteri. Una ricchezza che è sempre andata in crescendo in Italia sin dall’inizio del ‘900.
Quali sono i punti cardini e gli orrori di questa formula di esproprio?
Il “prestito vitalizio ipotecario” viene concesso agli anziani (più sono anziani e malati e più è facile ottenerlo). In effetti la banca concede una somma pari al 50% ed anche oltre del valore dell’immobile all’anziano. Facciamo un esempio pratico;
ammettiamo che un anziano pensionato voglia aiutare un figlio e rimettere in piedi un’attività o mandare i nipoti all’università (cosa ormai proibitiva per qualsiasi genitore precario); ammettiamo che dispone di un immobile in cui vive dal valore di 150 mila euro.
L’anziano chiede il PVI, un perito effettua la valutazione dell’immobile e su quella base la banca esaminatrice della domanda stabilisce i parametri massimi di erogazione in base soprattutto a:
-valore dell’immobile
-età dell’anziano
-stato di salute (previa perizia medica)
-stato di famiglia e degli eredi
1- Diciamo che la banca accorda all’anziano di 75 anni un prestito di 70 mila euro.
2- Tutti gli eredi (moglie e figli) devono notificare le proprie generalità, indirizzo, stato di famiglia ecc, con impegno di notificare qualsiasi cambiamento del proprio status ogni anno.
3- L’anziano si impegna a sottoscrivere che accetta l’anatocismo (vuol dire che ogni anno verranno applicati esagerati interessi anche sugli interessi maturali negli anni precedenti).
4- Non gli sarà possibile alcuna soluzione rateale futura. L’anziano deve tassativamente restituire capitale ed interessi in un’unica rata. E’ stato provato che nell’87% dei casi, dopo appena 5 anni, l’anziano non ha alcuna possibilità di restituire (ripetiamo in un’unica rata) il capitale  e gli interessi sugli interessi maturati. La persona che sottoscrive questa sciagura, dopo appena 5 anni vede la sua esposizione verso l’istituto che gli ha “concesso” il PVI quasi raddoppiata, ritengo sia un vero e proprio “reato d’usura”. Dopo appena qualche anno, scatta la trappola, gli interessi sugli interessi, essi salgono oltre a quanto di solito applicano le organizzazioni malavitose di strozzinaggio. Inoltre l’anziano è bloccato sia dalla clausola dell’unica rata che dalla ipoteca gravante sull’immobile. Tali condizioni non consentono facilmente l’accesso in altri prestiti mirati a liquidare il PVI e rateizzare l’esposizione con la nuova finanziaria, ancor meno consente l’accesso ad un eventuale mutuo (ai pensionati mancano le capacità di restituzioni e  si vedono in età avanzata).
Dov’è la trappola? E’ semplice, senza potersi avvalere dell’anatocismo, nessuna finanziaria trova conveniente dare 100/120 mila euro (da che erano 70mila)  a quell’anziano 75enne, che percepisce magari 900 euro di pensione. Pertanto l’unica speranza di estinguere il PVI rimane quella di vincere al Super Enalotto.
5- L’Istituto che ha erogato il PVI di 70mila euro si è tutelato con l’ipoteca sull’immobile e aspetta che l’anziano tira le cuoia (in media una forbice temporale che varia dai 6 agli 8 anni)
6- Se al decesso dell’anziano non è stato saldato in un unica soluzione l’esposizione (capitale più interessi, + interessi sugli interessi), l’istituto concede agli eredi 12, massimo 18 mesi per attuare le uniche due concessioni:
a- saldare tutto;
b- concedere alla banca di vendere l’immobile al prezzo e alle condizioni che lei decide;
tutto questo senza alcuna interferenza (la banca si accontenta di incassare capitale e gli interessi da strozzini calcolati incluso l’anatocismo) e non si impegna affatto a cercare un acquirente più generoso per consentire qualche briciola agli eredi, tale impegno allungherebbe i tempi della riscossione del ricavo che la finanziaria ha atteso con ferocia e cinismo spietati.
In molti casi i crediti dei PVI  passano di mano (cessione del credito tra banche finanziarie) e ogni qualvolta l’anziano e gli eredi si vedono interlocutori diversi, proprietari di fondi/derivati che si succedono con frequenza frenetica. Gli immobili più appetibili vanno a finire in una specie di bacheca cosiddetta “bottino top” che viene costantemente consultata dagli stessi dirigenti degli istituti del circuito PVI e, non raramente, dai politici. Nella bacheca “Bottino top” vengono inseriti quei “bocconi prelibati” che riguardano immobili appetibili con un’esposizione non eccessiva rispetto al valore della casa e con l’anziano prossimo al decesso. In poche parole con pochi spiccioli possono mettere le mani su immobili con lucri spaventosi. Ad esempio, prendiamo un immobile che vale circa 350 mila euro, l’anziano ha chiesto a suo tempo circa 80 mila euro e ora ha 85 anni e deve restituire tra capitale e interessi (anatocistici) circa 150 mila euro, ecco che l’istituto si appropria a breve di quell’immobile e lo vende ad appena 150 mila “all’amico”, il quale restituirà in qualche modo il favore segnalando a sua volta un altro caso di “bottino top”.
Ora avendo letto questa sintesi, che nella realtà è molto più crudele di quanto non l’abbia dipinta il sottoscritto, immaginate cosa hanno provato coloro un po’ più informati su questo trappolone nel sentire una deputata del partito di Governo in Tv invitare gli anziani ad affidarsi a tale crimine. Personalmente ho vomitato guardando la indegna Morani Alessia del PD di cui di seguito ne pubblico il riprovevole video.
Banche, Governo e certi politici dovrebbero non solo vergognarsi per quanto stanno permettendo, approfittandosi di situazioni disperate che essi stessi hanno contribuito a generare, ma soprattutto per la immorale e criminale coercizione a cui sottopongono i nostri nonni.
Maledetti infami!!