Dedicato a Giorgio Antonucci
di Vincenza Palmieri
Ho appreso della scomparsa di Giorgio Antonucci con incredulo sgomento e profondo dolore.
Perché ci ha lasciati non soltanto un uomo che ha riscritto la storia della sofferenza mentale con la penna dei Diritti Umani, ma ci ha lasciati un vero ispiratore.
Medico, poeta, scrittore, psicanalista, ha incarnato e ha vissuto quella rivoluzione quotidiana che ha guidato il mio pensare da giovane allieva universitaria prima, ed il mio essere nel mondo, il mio agire e comunicare con le persone, dopo, e per tutti questi anni.
Molte sono le battaglie che ci hanno visti concordi: l’abolizione di ogni sistema di contenzione fisica, l’eliminazione degli psicofarmaci, la lotta al Trattamento Sanitario Obbligatorio e ad ogni forma d’infrazione dei Diritti Umani, nel rispetto della Persona e della sua Dignità.
Ecco perché, per quanto possa sembrare assurdo e doloroso, proverò con tutte le mie forze a non far sentire troppo quella voragine aperta dalla sua mancanza.
Ecco perché, con chi vorrà esserci, continueremo come e da dove abbiamo iniziato insieme. E saremo lì, soprattutto laddove l’abuso psichiatrico scorre invisibile, accogliente, beffardamente sinistro: nel contrasto alle punture mensili a lento rilascio (DEPOT), shock chimico che lega più e peggio di un letto di contenzione; saremo dove ad una mamma viene strappato via un bambino dalle braccia mentre lo allatta, a 3 giorni dal parto; saremo ad ogni diagnosi psichiatrica, ad ogni abuso, ad ogni TSO, ad ogni legge che riconosce “per legge” patologie nei bambini. Noi ci saremo, IO CI SARÒ.
E, per ogni incontinenza salivare da abuso psicofarmacologico, per ogni goccia di saliva che cadrà sulla mia scrivania dalla bocca di un adolescente, per ogni pupilla lucida e spillata, per ogni volta che mi sentirò dire “una mamma non dovrebbe mai vedere un figlio ridotto in quel modo dagli psicofarmaci dati da chi mi fidavo”, il grido di dolore inespresso e contenuto, diventerà l’impegno ed il risultato di un grande gruppo di persone disposte al coraggio.
In trenta anni di lavoro NON HO MAI INCONTRATO UNA PERSONA MATTA, ho incontrato solo persone che soffrivano e che non riuscivano a spiegarsi. Ho incontrato persone di cui altri avevano paura perché l’uso di psicofarmaci ne avevano cambiato persino i tratti somatici e la postura. Questo, li stigmatizzava come matti. Ma erano stati la somministrazione di psicofarmaci, DEPOT e TSO a renderli cosi. Ed il gioco perverso era quello di togliergli improvvisamente la “droga psichiatrica” per farli star peggio e poter anche avere l’accordo dei familiari nel rincarare la dose.
Non ho mai incontrato una persona matta: dietro di loro ho visto solo criminali e folle tutela della criminalità.
“SE MI ASCOLTI MI CREDI”: è tutto lì.
Abbiamo un sacco di lavoro da fare, Giorgio, andiamo a farlo!
Professoressa Vincenza Palmieri
Fondatore e Coordinatore del Programma
Vivere Senza Psicofarmaci