Poliziotto sospeso per… lesa ilarità: quando lo Stato tradisce i suoi stessi figli

di Aldo Grandi

Tonelli sia sincero: quanto è rimasto soddisfatto nell’apprendere la notizia che al suo collega di Susa è stato decurtato lo stipendio della metà semplicemente per aver criticato il presidente della Camera Laura Boldrini?

Sono rimasto molto disgustato, soprattutto, perché il mio collega ha fatto pienamente il suo dovere ricevendo pubblico apprezzamento da parte dell’ivoriano stesso che ha elogiato la gentilezza, la cordialità dei poliziotti che lo hanno scortato in autostrada da dentro la galleria al casello di uscita salvandogli la vita.

Possibile che dal Viminale nessuno dei suoi superiori abbia mosso un dito per salvare un padre di famiglia con tre figli dalla gogna?

Più che aiutarlo il capo della polizia, Franco Gabrielli, lo ha sospeso dal servizio assecondando, credo io, i desiderata della presidentessa Boldrini. Mi viene da ridere se penso al destino che avrebbe subito oppure goduto un collega che qualche anno fa avesse fatto una battuta sul bunga-bunga di Berlusconi. Di certo non sarebbe stato sospeso. Nel momento in cui Laura Boldrini non segue le orme di Nilde Iotti e abbandona scientemente il livello istituzionale per gettarsi con le sue esternazioni in quello politico, deve anche essere disposta ad accettare la critica.

Certo, non crede che proprio la Boldrini, se avesse manifestato una certa magnanimità, ne avrebbe guadagnato a livello di immagine e, in particolare, di considerazione?

La Boldrini in queste occasioni dovrebbe andare a scuola da Berlusconi che, per primo, ha teso la mano perdonandolo, a colui che gli aveva lanciato contro un cavalletto fotografico. Tra l’altro la presidentessa mi pare molto in carenza di consensi e, quindi, simili comportamenti se non sentiti sarebbero, comunque, per lei, estremamente convenienti.

Intanto, però, a prenderlo sotto la coda è l’assistente capo della Polstrada di Susa. Perché non siete scesi in strada incrociando le braccia visto che oggi è toccato a lui, ma, se andiamo avanti di questo passo, domani potrebbe accadere anche a lei e a tutti i suoi colleghi?

A me è già capitato e per questo ho dovuto fare 61 giorni di sciopero della fame al freddo dentro un gazebo in piazza Montecitorio. Purtroppo, però, non possiamo scioperare perché l’ordinamento ce lo vieta, ma abbiamo lanciato una forte campagna a sostegno del collega raccogliendo fondi e stimolando solidarietà che si è dimostrata universale nella comunità del Paese. Vorrei aggiungere questo. In un contesto in cui mafiosi, mascalzoni scorazzano impunemente nelle nostre piazze, nel momento in cui il Codacons litiga con la Banca d’Italia scaricandosi vicendevolmente le responsabilità sui fallimenti delle banche che costano miliardi ai contribuenti, pensiamo a sospendere per una battuta di ilarità un poliziotto che ha salvato la vita a un disperato.

Perché nessuno, al ministero degli Interni o anche ad altri livelli si è speso per difendere tutti quegli agenti che, sistematicamente, vengono presi a sassate, bastonate, umiliati, dileggiati, messi all’indice solo perché credono nel proprio lavoro e nel diritto di garantire la sicurezza alla cittadinanza?

Perché il partito dell’antipolizia è una entità molto potente e influente che può compromettere le carriere di chi, in questi palazzi dovrebbe provvedere alla nostra tutela e al nostro sostegno.

C’è un quotidiano che, spesso, si schiera dalla parte di chi contesta il vostro operato ed è un giornale di proprietà di un imprenditore che possiede la tessera di iscrizione al partito democratico numero 1. Si tratta di Carlo De Benedetti. Lei sa che è, con la sua Sogenia, il principale debitore del Monte dei Paschi di Siena avendo ricevuto e mai restituito la somma di 600 milioni di euro?

In verità i giornali che mettono alla berlina continuamente le forze dell’ordine sono più di uno. Facendo riferimento a quello cui lei mi ha accennato, rilevo che come di norma in Italia, ciò che conta non è la verità, ma sono altre le motivazioni che muovono, dirigono, condizionano e indirizzano il circuito mediatico.

E che cosa, quindi, può fare un povero poliziotto che non conta nulla per difendere se stesso dal massacro pressoché quotidiano?

Lui nulla purtroppo, per questo abbiamo chiesto aiuto alla comunità del Paese e sono certo che anche questa è una goccia nel mare che mi auguro censurerà questa maggioranza di governo alle prossime elezioni.

Secondo lei, affinché questa classe politica si accorga della vostra esistenza, ancor di più che della vostra importanza, è necessario attendere un’altra via Fani?

Purtroppo la storia degli ultimi decenni ci ha dimostrato che via Fani, via D’Amelio, Capaci e tante altre hanno rappresentato una scia di sangue che ben poco è servita alla comunità nazionale e ai singoli poliziotti. La nostra condizione non è certo migliorata e il Paese sta patendo gli effetti devastanti del collasso dell’apparato della sicurezza a causa dei tagli della Spending Review. Per fare un esempio, in Sicilia in dieci anni l’esercito antimafia delle forze di polizia è calato di quattromila unità. Per questo mi disgustano l’antimafia di comodo e i suoi praticanti.

Ci perdoni ma lei lancia i suoi strali senza fare nomi né cognomi né, tantomeno indicare i simboli di quel partito antipolizia che, a suo avviso, regnerebbe nel nostro Paese. Ha paura?

Per nulla. Il partito dell’antipolizia è un termine che ho coniato qualche anno fa per indicare un modo di essere, un movimento di pensiero all’interno del circuito mediatico della pseudo-cultura autoreferenziale italiana e anche presente in Parlamento, passando anche per qualche magistrato. E’ un atteggiamento di prevenzione ideologico nei riguardi delle forze di polizia e della funzione che sviluppano a tutela della brava gente. Per certo la Boldrini fa parte, a mio parere, di questa entità che ho immaginato nel mio cervello come lo sono anche alcuni partiti politici anche se non tutti i loro esponenti, appartenenti, in particolare, alla Sinistra italiana. Tutto ciò ha origini storiche ben precise. Nasce nel periodo della guerra fredda dove le logiche della cortina di ferro e dei blocchi contrapposti mettevano in discussione lo Stato nella sua interezza e, soprattutto, i suoi simboli, chi lo rappresentava e chi lo difendeva, divise in testa. Oltre a ciò, il partito dell’antipolizia si sostiene su una visione ideologica che pone al centro del sistema non la brava gente, ma le devianze, non la formica, ma la cicala. Gli sbandati sono per loro le vere vittime delle contraddizioni della nostra società e la gente perbene che profitta e ha goduto delle opportunità che il nostro Paese ha concesso, non solo devono caricarsi le tasse, ma anche l’onere di subire l’azione delle devianze fino al punto da considerare moralmente disdicevole doversi difendere.

Spesso, se un poliziotto o un carabiniere fanno quello che detta loro il buonsenso, vengono puniti se non, addirittura, incarcerati. Il risultato è che, alla fine, anche quel senso del dovere dal quale è nata la voglia di indossare la divisa, se ne va a farsi fottere lasciando il posto a una sorta di rassegnazione-qualunquismo comprensibili se non giustificabili. Possibile che questi politicanti non si rendano conto che tutto ciò potrebbe avere delle conseguenze devastanti per l’ordine e la sicurezza pubblici?

Da tempo ho abbandonato l’idea secondo la quale questa situazione è figlia di incompetenza o di incapacità, ma sempre più mi convinco che molti dei nostri politicanti altro non siano che strumento di poteri occulti interni ed esterni al Paese che si muovono secondo logiche del proprio interesse e non di quello degli italiani. Il nostro è un Paese in liquidazione in cui operano numerosissimi soggetti anche internazionali con il chiaro intento di mantenerlo politicamente debole per depredare le sue risorse.

Soros ha discusso con la responsabile del Parlamento Europeo le quote di ricollocamento dei migranti, pochi giorni prima del voto del Parlamento UE

Si sta facendo di tutto per arrivare a un Uomo senza identità.

Certo. Un uomo senza identità è una società senza identità, una società che non ha nulla da conservare e quindi non guarda al futuro. Per questo motivo è manovrabile facilmente. L’Italia è uno dei paesi che può vantare una identità culturale ineguagliabile. Nel nostro territorio possiamo vantare il 67 per cento del patrimonio culturale e artistico del mondo che è conseguenza immediata e diretta del nostro essere italiani e che da solo può rappresentare un patrimonio dell’umanità con pregi e difetti.

Ma se l’Unesco è uno dei principali organismi sovranazionali miranti alla distruzione di ogni senso di identità nazionale?

Anche questo, purtroppo, riflette, da una parte, una visione ideologica che in simbiosi si sposa con gli interessi di poteri forti anch’essi ormai globalizzati.

Il suo collega di Susa massacrato economicamente. Il dirigente di piazza Indipendenza a Roma trasferito senza pietà. Adesso magari si scopre che l’agente che ha ucciso a Sesto San Giovanni il bastardo terrorista dell’Isis è stato messo in prigione e gettata via la chiave.

Ah oramai non c’è da stupirsi più di niente. Ogni asino che raglia finiamo alla sbarra. Per questo motivo ho lanciato quattro anni fa una campagna con la quale distribuivo ai nostri iscritti delle Spy-pen in grado di videofonoregistrare gli interventi di polizia a fini difensivi. Se siamo noi a chiedere di essere messi sotto i raggi X con delle videocamere che siano in grado di certificare ogni nostro respiro significa che il nostro è un paese malato.

Come mai, spesso, la parola di uno spacciatore, di un truffatore, di un delinquente vale più della vostra?

Perché c’è un pregiudizio di sistema anche all’interno della magistratura, che noi intendiamo contrastare con lo strumento della verità. Le telecamere dimostreranno che se ho tirato un ceffone a una persona non è stato un deliberato gesto di aggressione violenta, ma per difendermi dal tentativo di essere colpito con una spranga di ferro. Le telecamere, però, non sono ben gradite ai delinquenti perché hanno un difetto: non perdonano niente a nessuno ed è per questo che il partito dell’antiplizia presente in Parlamento cerca di intorbidire la situazione proponendo metodi da maniscalchi come quello dei numeretti anziché le videocamere.

Siamo invasi da milioni di clandestini molti dei quali non avranno presto altro da fare, per sopravvivere, che mendicare o dedicarsi alla microcriminalità diffusa. Voi siete e sarete i primi a dover fronteggiare questo pericolo. Perché i vostri superiori non comprendono che si sta andando verso un suicidio collettivo?

I nostri superiori assecondano i desiderata della classe politica anche se danneggiano oggettivamente il Paese e la comunità. La classe dirigente si muove secondo logiche ideologiche che convivono con gli input dei poteri nazionali e internazionali. Non credo, come ho già detto, che anche la gestione degli immigrati per come è stata portata avanti, sia figlia di incapacità, ma di scelte consapevoli. Le greppie in questo settore sono infinite e molto sostanziose ed è stato facilissimo comprendere il meccanismo che reneva complice quest’ultimo Governo con il fenomeno degli scafisti. Gli sbarchi avvenivano unicamente il fine settimana significando una intesa informale tra Governo e Ong per poter adempiere a tutte le operazioni che non erano solo di sbarco, ma di dientificazione e di smistamento su tutto il territorio nazionale location comprese. Ma questo, però, incontrovertibilmente, evidenziava la presenza di un accordo fra Ong e scafisti e, quindi, per chi conosce il meccanismo, una tacita accettazione da parte del Governo di questa formalmente illecita attività.

I nostri politici di Sinistra si sciacquano sistematicamente la bocca, nemmeno fosse un dentifricio, con la Costituzione dimenticando che, con il loro comportamento, hanno, di fatto, estromesso il popolo dalla sovranità che gli spetta di diritto. 

Direi su questo argomento che il corpo elettorale è stato scippato consualmente della sua sovranità. La classe dirigente ha avuto interesse ad allontanare il cittadino dalla gestione della vita pubblica, ma i cittadini anche, rilevo, hanno accolto, agevolmente, questo invito. Solo gli italiani possono salvare l’Italia, tornando a fare un passo in avanti alla stregua di quanto accaduto dopo la seconda guerra mondiale. Gli italiani devono mettersi allo specchio e comprendere che Montesquieu aveva ragione quando sosteneva che ogni nazione, intesa come comunità, ha il Governo che si merita. Se lasciamo campo libero ai profittatori, agli spregiudicati e ai predatori, raccogliamo il disastro che oggi patiamo tutti sulla nostra pelle.

Lo Ius soli come strumento di annientamento ulteriore di ogni identità. Favorevole o contrario?

Io sono personamente contrario allo Isu soli perché l’Italia non è l’America che si è forgiata su queso istituto. Ma la cosa che mi risulta inaccettabile è il fatto che si pretenda di approvare un disegno di legge in questa direzione in uno scorcio di legislatura con un Parlamento manifestamente delegittimato dalle transumanze che hanno snaturato il mandato ricevuto dagli elettori. Il dibattito sullo Ius soli deve essere uno dei principali argomenti della prossima campagna elettorale perché è un tema fondamentale che potrebbe sconvolgere il futuro del Paese. Solo gli italiani, con il loro voto, possono decidere in questa direzione e qualche spocchioso politicante autoreferenziale non può certanente sottrarsi a questo elementare principio di democrazia.

www.lagazzettadilucca.it