Il ricatto di Riad ai principi arrestati: i loro beni in cambio della libertà

Soldi in cambio della libertà. Sarebbe questa, la via d’uscita offerta dal governo saudita a principi, ricchi uomini d’affari, ministri e personalità di primo piano, arrestati lo scorso 5 novembre per “corruzione”. E’ quanto scrive il Financial Times, ipotizzando che l’epurazione voluta dal principe ereditario e uomo forte di Riad, Mohammed bin Salman, sarebbe tutta incentrata sulla necessità di fare cassa, viste le difficoltà finanziarie del regno palesate negli ultimi tempi anche a causa dei bassi prezzi del greggio che è la principale fonte di reddito della monarchia saudita.

Principe ereditario saudita Mohammed bin Salman

Secondo l’autorevole quotidiano britannico, che cita fonti informate sulla vicenda, il governo saudita ha offerto ai confinati nell’hotel Riad Ritz-Carlton una via d’uscita che li costerà in alcuni casi, fino al 70% del loro patrimonio netto. Mettendo le mani, in pratica, su un tesoro stimato a 300 miliardi di dollari.

“Nel tentativo di incassare centinaia di miliardi di dollari per le impoverite casse dello stato”, hanno detto due delle fonti di Ft, “in alcuni casi il governo sta cercando di appropriarsi di qualcosa come il 70% della ricchezza degli arrestati”. L’epurazione ha portato alla detenzione centinaia di principi, ministri, ufficiali e oligarchi più ricchi del Paese tra cui il principe Alwaleed bin Talal, il miliardario Waleed al-Ibrahim, – fondatore del Middle East Broadcasting Center, che possiede la tv satellitare al Arabiya – e Bakr bin Laden, presidente del gruppo di costruzione saudita Binladin e fratello di Osama bin Laden.

Alcuni degli arrestati “sono desiderosi di ottenere la liberazione sottoscrivendo la cessione di liquidità e beni aziendali”, hanno detto le fonti a Ft. “Stanno trattando con la maggior parte di quelli del Ritz”, ha detto una fonte, riassumendo così il senso di queste trattative: “Consegna i soldi e tornerai a casa.”

Ad un uomo d’affari miliardario detenuto al Ritz-Carlton – sempre secondo le fonti del giornale – è stato detto di consegnare il 70% della sua ricchezza allo Stato come punizione per decenni di coinvolgimento in transazioni commerciali presumibilmente corrotte. Vuole pagare, ma deve ancora elaborare i dettagli del trasferimento di tali beni”. L’out-out ai reali arrestati comprenderebbe anche “un impegno di lealta” al principe ereditario Mohammed bin Salman che si appresterebbe a conquistare il trono. Uno dei detenuti avrebbe detto al suo personale che le autorità potrebbero cercare di impossessarsi della sua attività principale. Inoltre le famiglie dei detenuti si starebbero rivolgendo a dei consulenti per assisterli, al fine di garantire la liberazione dei loro parenti. “Stanno cercando modi per isolare l’azionista corrotto e far andare avanti il business”, ha detto una fonte.

L’intento del principe ereditario mirerebbe a recuperare miliardi di dollari che le autorità dicono di ritenere guadagnati grazie a pratiche corruttive, in un momento in cui il governo è alle prese con una recessione innescata dai bassi prezzi del petrolio e da un deficit di bilancio salito lo scorso anno a 79 miliardi di dollari.

Il procuratore generale del Regno ha dichiarato che sta indagando sulle accuse di corruzione per almeno 100 miliardi, anche se il valore totale dei beni sequestrati potrebbe arrivare fino a 800 miliardi. Il Financial Times calcola invece una stima relativamente modesta stimata in 300 miliardi.

(askanews)