di Aldo Grandi
Ci sono dei colpevoli che dovranno rispondere, un giorno ci auguriamo, non alle corti europee del Nuovo Ordine Mondiale, ossia la Ue, l’Unesco e gli altri organismi sovranazionali, bensì al popolo italiano al quale, solo e unico, appartiene la sovranità con cui questi politicanti da strapazzo si sciacquano, come fosse un dentifricio, quotidianamente, la bocca. La politica del governo Pd di Matteo Renzi prima, di Gentiloni adesso, ha dimostrato l’esistenza di una tattica se non, addirittura, di una strategia volta a una sostituzione etnica condita da miliardi di euro, affinché il nostro Paese perda la sua identità al pari del resto d’Eurabia.
A Lucca la notizia, nemmeno lontanamente commentata dai quotidiani e dai media a un tanto al chilo, della inverosimile, ma purtroppo vera somma di 43 milioni di euro per ospitare e mantenere 1680 ex clandestini divenuti improvvisamente e per grazia ricevuta profughi, nel biennio 2018-2019, per la provincia di Lucca, è di quelle che fanno sobbalzare se non schiantare cuore e cervello oltreché avvelenare il fegato. Ed è pazzesco che soltanto CasaPound abbia avuto l’intelligenza di attaccare questa vergogna denunciata, è bene dirlo, dal solo esponente in consiglio comunale pentastellato. Peccato soltanto che se da un lato ci sono i Bindocci, dall’altro ci sono altre decine di migliaia di grillini che non si capisce bene a quale tribù appartengano.
Ecco l’intervento di Massimiliano Bindocci che rincara la dose – ma il prefetto che fa?, si tappa le orecchie e fodera gli occhi? – su quanto, ormai, questo disgraziato Stivale e questa disgraziata città siano nelle mani di coloro che capiscono e conoscono soltanto il linguaggio del denaro:
L’intervento e la segnalazione che abbiamo prodotto in merito alla scadenza del bando per l’accoglienza dei profughi è evidente che desta scalpore per la cifra che viene investita in tale servizio, oltre 40 milioni di euro in due anni nella sola provincia di Lucca, tale cifra per come abbiamo letto noi il capitolato può arrivare anche intorno a 60 milioni.
Le riflessioni su cui occorre necessariamente un approfondimento, e su cui il governo, ma anche tutti i sindaci coinvolti, devono dare risposte importanti, senza scendere nella facile demagogia, sono almeno due:
– in primo luogo si pone un problema di opportunità politica, deve essere detto e capito che il fatto di destinare queste risorse così ingenti è la conseguenza di una scelta e non figlia di una sorte inevitabile e beffarda, la scelta è quella del governo Renzi di far diventare l’Italia la terra di prima accoglienza, resa nota dalla Bonino mesi fa, ma già compresa da tutti in virtù dei fatti da anni.
Come Movimento 5 Stelle di Lucca, deve essere detto che è incomprensibile, che lo stesso sforzo non venga fatto per combattere la povertà, con la stessa cifra si potrebbe garantire proprio nella nostra Provincia un reddito di cittadinanza di 500€ al mese per due anni per circa 4000 famiglie, e magari con dei lavori socialmente utili, che avrebbero come conseguenza una crescita della ricchezza collettiva ed un miglioramento dei servizi.
Insomma vista la crisi e le difficoltà occupazionali, la spesa è spropositata.
Si pone poi la necessità di verifica e di controllo rispetto a un bando di queste dimensioni, la cifra di oltre 40 milioni di euro porta necessariamente a delle preoccupazioni per gli interessi non puri che potrebbe attrarre.
Riteniamo che la verifica debba essere puntuale in tutta la filiera dell’appalto, devono essere controllati i servizi che vengono offerti e che sono previsti, se effettivamente vengono svolti, che non ci siano forme di lavoro irregolare, che ci sia un controllo della gestione delle risorse, insomma la necessità di un controllo capillare affinché non ci sia il business dell’accoglienza e siano evitati gli sprechi è fondamentale.
Questo senza voler mettere in discussione il diritto di asilo e il rispetto della vita umana che deve essere difesa sempre, senza voler sminuire il dramma di chi fugge dalla guerra e dalla fame, ma per dare forza con una spesa adeguata -ma non scevra dalle esigenze interne- e con una politica estera all’altezza ad una soluzione del problema, che deve essere almeno europea e non gestita solo dall’Italia con cooperative di assistenza e sindaci magnanimi, mentre la povertà non viene affrontata adeguatamente e si continua a dilapidare risorse.