Le autorità giudiziarie francesi hanno deciso di ammorbidire la condizioni di detenzione di Salah Abdeslam, unico superstite degli attacchi del 13 novembre a Parigi. Nelle more del processo, in programma non prima di fine 2019 o 2020, c’è infatti il timore che il terrorista possa decidere di togliersi la vita in carcere.
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Salah si trovava in condizioni di totale isolamento, privato di ogni contatto anche sonoro o visivo con l’esterno, ma ora è stato deciso di rimuovere almeno il pannello in plexiglass che oscurava la vista la finestra della sua cella di 10 metri quadrati. Rimosso anche il vetro che lo separava dai visitatori in parlatorio. (www.interris.it)
Nel mese di luglio 2016, il deputato, Thierry Solere, ha compiuto una visita a sorpresa, come previsto dalla legge, nel carcere di massima sicurezza dove è rinchiuso il superstite del commando delle stragi del 13 novembre. Era accompagnato da un giornalista ed ha constatato che una parte del quarto piano dell’edificio D3 è stata interamente messa a disposizione per accogliere Salah. In tutto si tratta di quattro celle soltanto per il terrorista jihadista, due per uso personale, la terza per la sua videosorveglianza, la quarta adibita a palestra. C’è già un vogatore, due macchine per body-building sono già state ordinate.
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