Richiedente asilo arrestato per tentata rapina: «Voglio un avvocato uomo, sono musulmano»


«Non voglio un avvocato donna, voglio un uomo. Sono musulmano». Poi quando è intervenuta l’interprete, gli è stato spiegato chi fosse quella donna – l’avvocato – e lui ha accettato la difesa. E chissà che cosa deve aver pensato quando ha scoperto che nell’aula di giustizia c’erano tre donne con la toga: il giudice, il pm e il difensore.

E’ finito in carcere il richiedente asilo, il 23enne della Guinea, accusato di tentata rapina impropria, arrestato il 10 novembre dai carabinieri del Radiomobile. L’uomo, secondo le accuse, si era introdotto in casa di un marocchino in via Trebbiola, dopo aver rotto la portafinestra, con probabilità per rubare. Il marocchino ha sentito i rumori ed è accorso trovandosi di fronte l’uomo.

Il guineano lo ha spintonato, sferrandogli anche alcuni calci. Poi è fuggito. Il marocchino ha subito chiamato i carabinieri. Per sfortuna del 23enne in quel momento era in corso il blitz dei militari ai Giardini Margherita. In una manciata di secondi una pattuglia del Nucleo Radiomobile era sotto l’abitazione e ha fermato il giovane che si era calato dal balcone. L’immigrato è stato processato per direttissima e portato davanti al giudice Stefania Di Rienzo. Il pm Sara Macchetta ha chiesto la custodia cautelare in carcere. Il guineano è stato difeso dall’avvocato Veronica Bardugoni. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto il carcere.

L’uomo risiede in un centro di accoglienza profughi di Milano – anche se la spiegazione che ha dato non era chiara – e non si sa come sia finito a Piacenza. Non avendo un posto dove poter essere messo agli arresti domiciliari, per lui è stato disposto il carcere. L’avvocato difensore ha chiesto al giudice che all’arrivo in carcere il guineano fosse sottoposto a una visita medica.

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