Per l’ex ministro del governo Monti, oggi la politica, che si oppone all’adeguamento dell’età pensionabile con l’aspettativa di vita, “inganna i cittadini con le promesse anziché parlare il linguaggio della verità” e, per questo, è “penosa e vigliacca”.
Nel giorno del tavolo tra governo e sindacati la Fornero torna a difendere l’innalzamento a 67 anni dell’età pensionabile. E, in una intervista a Repubblica, dice chiaramente che l’età di ingresso alla previdenza sociale deve essere alzata “altrimenti si ingannano i cittadini”. Per l’ex ministro del Lavoro, lo stop del premier Paolo Gentiloni e del ministro all’Economia Pier Carlo Padoan al blocco dell’aumento dell’età “risponde a un’esigenza di medio periodo nell’interesse generale e non appunto elettorale. Si è evitato di scaricare sui giovani il costo di un’operazione che avvantaggerebbe solo le generazioni più mature”.
Nell’intervista a Repubblica, la Fornero apre all’ipotesi di esentare alcune categorie di lavoratori dall’innalzamento. E si fionda a difendere l’ex premier Mario Monti: “Dovette realizzare la riforma in venti giorni, mentre sono passati più di cinque anni senza che sia stato introdotto questo giusto correttivo”. E rilancia: “Penso che sia una buona innovazione che può permettere a categorie sfortunate di non subire l’effetto dell’indicizzazione senza mettere a repentaglio la sostenibilità del sistema previdenziale”. Ma dimentica i danni fatti agli esodati e tutti quei lavoratori penalizzati dalla riforma che porta il suo nome.
Giovanni Neve – – www.ilgiornale.it