Anna Frank e l’abuso dell’immagine, dagli uni e dagli altri

Di fronte all’idiozia estrema dell’uso irriguardoso dell’immagine di Anna Frank in occasione di una partita di calcio , ricordiamoci che c’è anche di peggio. Infatti la madre del terrorista Merah , che nel 2012 ha ucciso a colpi di pistola in testa tre bambini ebrei, presso la scuola ebraica di Tolosa, ha dichiarato in tribunale (e siamo nell’anno 2017 ! ) : “Il profeta ci permette di uccidere bambini ebrei“. E in queste parole non c’è il vilipendio indegno di una immagine e della memoria che vi è sottesa : c’è l’assassinio recente di tre bambini , e c’è addirittura l’orgogliosa dichiarazione di appartenenza ad una religione che lo permette, secondo la madre del terrorista. Lei l’ha detto, il figlio l’ha fatto. Quei bambini avevano tre, sei e otto anni. Nella foto la figlia del preside, otto anni , la più grande dei tre. Le dichiarazioni di quella donna in tribunale non hanno certo scatenato tutto lo sdegno che meriterebbero.E su questo grava l’innegabile ruolo dei mezzi di informazione, proni ai poteri di turno.

Ma, tornando ad Anna Frank, dato che i rappresentanti della squadra calcistica coinvolta per lo scandalo delle immagini sono andati alla sinagoga di Roma per manifestare il proprio rincrescimento di fronte all’antisemitismo dell’episodio, non avrebbero sfigurato a rendere omaggio, perché no, anche all’ultimo bambino ebreo ucciso in Italia proprio davanti a quella sinagoga., vittima di terroristi islamici palestinesi. Era il piccolo Stefano Gaj Tachè , ed era il 1992. Perché se è oltremodo grave ciò che è successo oltre 70 anni fa, non è certo meno grave che la strage di ebrei continui ai giorni nostri,assieme all’ininterrotta strage di cristiani in Asia e in Africa, altro olocausto per mano di estremisti islamici.

Il vilipendio intrinseco di una strage permanente non è certo inferiore al vilipendio di una memoria. Anna Frank appartiene ovviamente alle memorie “sacre” di un tempo passato. Oggi purtroppo abbiamo però punti di riferimento anche molto recenti, che non meritano occultamenti di comodo dietro al “politicamente corretto”. Citerei solo, fra gli altri, la strage del 2015 al mercato Kasher, in Francia. L’abbiamo forse già dimenticata?

Certa attuale politica filo-islamica nostrana può anche strumentalizzare l’ indiscutibile valenza evocativa della martire di ieri, per distogliere l’attenzione della gente dai martiri di oggi. E ammantandosi di ovvio sdegno anti-nazista e antifascista per l’indimenticabile Anna, mette intenzionalmente nell’ombra e tenta di cancellare nell’oblio le vittime attuali dell’islamismo fanatico odierno, per bieca convenienza politica. Non facciamoci ingannare e coinvolgere in simili raggiri da bisca clandestina.

Vittorio Zedda.

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À gauche: Mirian Monsonego, une fillette juive française âgée de 8 ans, tuée d’une balle dans la tête par Mohammed Merah en 2012. À droite: Mohammed Merah qui a…