Un imputato di stalking ha offerto 1.500 euro di risarcimento alla parte lesa. Lei ha rifiutato il denaro, ma il tribunale di Torino ha pronunciato una sentenza di «non doversi procedere» per estinzione del reato: nonostante il diniego della donna, c’è stata una «condotta riparatoria». Si tratta di una delle prime applicazioni di una legge entrata in vigore lo scorso 4 agosto.
Come scrive il Messaggero, l’uomo era accusato di avere seguito in auto «in molte occasioni» la ragazza, in varie località del circondario di Torino, fra il dicembre del 2016 e il gennaio del 2017. La somma, al rifiuto della parte lesa, è stata depositata in un libretto di deposito giudiziario, ed è stata giudicata «congrua rispetto all’entità dei fatti» dal gup. In un passaggio della sentenza viene spiegato che «il risarcimento del danno può essere riconosciuto anche in seguito a offerta reale formulata dall’imputato e non accettata dalla persona offesa, ove il giudice riconosca la congruità della somma offerta».
«Avevamo sollecitato in ogni modo il ministro Orlando, perché stralciasse il reato di stalking da quanto previsto dalla riforma di procedura penale, ossia che alcuni reati possano estinguersi con il pagamento di danaro»: è la reazione di Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, alla notizia della decisione di un giudice di Torino di estinguere il reato di stalking accogliendo la proposta dell’autore del reato di chiudere la questione con il pagamento di 1.500 euro.
«Avevamo spiegato quanto sia inaccettabile, per una Giustizia degna di questo nome – incalza Moscatelli – che la vittima non abbia voce in capitolo nella decisione del giudice di accogliere o meno la cifra proposta dallo stalker. E avevamo, infine, chiesto di ascoltarci, in modo che potessimo raccontare cosa vuol dire subire la tortura dello stalking e in modo che potessimo spiegare quanto devastante, per le vittime, è sapere che può finire tutto con un pugno di soldi. Non siamo state ascoltate. Noi e le donne che hanno protestato con il Telefono Rosa». «La sentenza di Torino è la prevedibile conseguenza di un Parlamento sordo e di un ministro che non ha ancora voluto porre rimedio a questo scempio. E noi, ministro Orlando, siamo veramente deluse da tanta indifferenza» conclude la presidente di Telefono Rosa.