di Antonio Amorosi – – affaritaliani.it
C’è chi ci ha giocato per anni con le figurine Panini e chi lo ricorda come il primo portiere del campionato di serie A ad aver parato un rigore a Diego Armando Maradona. Renato Copparoni è stato arrestato per tangenti in un affare della Ccc di Bologna, grande consorzio di cooperative emiliano.
Copparoni era l’intermediario dell’affare.
Questa mattina l’intervento della Guardia di Finanza di Cagliari che ha fermato tra il capoluogo sardo, Forlì, Nuoro e Modena, Copparoni ed per altre quattro persone (sono finite tutte ai domiciliari). Tra loro anche Gianni Lolli, 64 anni di Modena, dirigente del consorzio che si aggiudicò l’appalto, il Consorzio cooperative costruzioni Ccc, molto conosciuto nella città ducale. Tra gli altri l’ex sindaco di Quartu Sant’Elena Davide Galantuomo, 56 anni, che è stato anche ex presidente dell’Ente acque Sardegna. Con i tre Luigi Betti di Forlì e Salvatore Paolo Pinna, 54 anni, già finito nella maxi inchiesta sugli appalti truccati della Procura di Oristano
La tangente da 89.000 euro sarebbe stata spartita tra Galantuomo, Pinna e Copparoni.
Secondo gli inquirenti serviva a vincere un appalto da 9,5 milioni di euro, utili alla progettazione ed esecuzione di un impianto di produzione di energia rinnovabile solare in un’area industriale in provincia di Nuoro. «La cui turbativa», spiega l’ordinanza del Gip «può essere desunta dalle modalità di indizione del bando di gara e dagli incontri tra gli indagati». Secondo il Gip, «è stata provata in modo certo la corresponsione di una tangente» di 89.000 euro, destinata «all’ex amministratore unico del predetto ente pubblico sardo (Galantuomo), a titolo di compenso per il buon esito dell’affare illecito» tramite l’intermediazione di Copparoni.
Gli 89.000 euro erano solo la prima tranche. Le indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e con l’acquisizione di documenti e di dichiarazione di testimoni, hanno fatto emergere che a fronte della promessa di una somma di 135.000 euro, sarebbe stata spartita tra l’ex amministratore pubblico sardo, un professionista (l’ingegnere Pinna) che si sarebbe prestato a fatturare una fittizia prestazione professionale nei confronti della Cooperativa per giustificare il passaggio illecito di denaro, e un intermediario, risultato essere il trait d’union tra il dirigente del consorzio e l’amministratore della società consorziata, necessario per far poi veicolare la tangente.