I Carabinieri lo avevano arrestato a settembre 2016, per reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. E lui aveva inneggiato al sedicente Stato islamico (Isis) e rifiutato il fotosegnalamento, sulla scorta del fatto che sarebbe “vietato da Allah dare le proprie impronte agli infedeli“.
Disturbi di personalità – scrive il Giornale – che si erano subito mostrati chiari, quando il 22enne di origini albanesi era stato portato al carcere di Riccione, città in cui risiedeva. Davanti al giudice aveva sostenuto di appartenere all’Isis. Era poi stato consegnato ai domiciliari un mese dopo, nell’abitazione dei genitori.
Nuovi problemi con le autorità il giovane, che oggi è stato espulso dal Paese per motivi di sicurezza dello Stato, li aveva avuti nel febbraio di quest’anno, quando si era allontanato dai domiciliari ed era stato trovato davanti al santuario “Madonna dei Bagni” a Deruta (Pg), impegnato a cercare di convincere i fedeli a non entrare in chiesa, ma piuttosto a convertirsi all’islam.
Ai militari dell’Arma, in quell’occasione, il 22enne aveva detto di avere lasciato la casa dei genitori, da cui non poteva allontanarsi, per andare a Roma e parlare con papa Francesco, che intendeva convincere della bontà della sua religione e convertire.
Trasferito al carcere di Spoleto e poi a Rimini, sorvegliato speciale per la sua sedicente militanza nel gruppo islamista, attendeva l’espulsione. Il provvedimento a suo carico è il numero 77 quest’anno. Firmato dal ministero dell’Interno, stabilisce l’allontanamento dall’Italia e fa salire a 209 il numero di espulsioni per soggetti gravitanti attorno ad ambienti dell’estremismo islamico a partire dal gennaio del 2015.
Non credo sia difficile convertire papa Francesco.