ROMA, 24 SET – “Non mi sono dimesso volontariamente. Sono stato minacciato di arresto. Il capo della Gendarmeria mi ha intimidito per costringermi a firmare una lettera già pronta“. Lo dice Libero Milone, ex primo Revisore generale dei conti vaticani, in un’intervista ad alcuni media, in cui svela i retroscena delle sue dimissioni.
“In Vaticano – aggiunge – negli ultimi mesi sono filtrate notizie offensive per la mia reputazione. Non potevo più permettere che un piccolo gruppo di potere esponesse la mia persona per i suoi loschi giochi. Mi spiace molto per il Papa”.
“Risulta purtroppo – replica la Sala Stampa vaticana – che l’Ufficio diretto dal Dott. Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede. Questo costituisce un reato ed ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel Dott. Milone, che, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni”. (ANSA)
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