Migliaia di banconote da 500 euro intasano WC di Ginevra

GINEVRA – Sono ancora molti i punti oscuri intorno alla vicenda delle banconote che hanno intasato i wc di Ginevra, all’inizio dell’estate. Giunta agli onori delle cronache locali nel week-end, dopo ormai tre mesi di silenzio, nelle scorse ore la notizia è arrivata sui quotidiani internazionali, dove oggi rimbalza carica di domande. Italiani, francesi, americani, da quelli più votati al gossip fino ai portali d’affari più quotati: perfino il Wall Street Journal ne chiacchiera in prima pagina. Perché, in fondo, si parla pur sempre di soldi: anche se non capita esattamente tutti i giorni di vederli lì dove sono stati trovati, né in quel modo. Fatti a pezzi piccini piccini, nei bagni della filiale Ubs di rue de la Corraterie: decine di migliaia di biglietti da 500 euro, infilati nel water e nei lavandini del caveau.

Che è successo in quel di Ginevra? Qual è il mistero che sta dietro a tante banconote, rinvenute anche – si è scoperto poi – negli scarichi dei gabinetti di bar e ristoranti limitrofi, come la pizzeria du Molard, il Café du Centre e Molino? La Procura ha avviato un’inchiesta per chiarire l’accaduto; indaga il procuratore Frédéric Scheidegger, non senza parecchia fatica, su fatti che, ricostruisce la Tribune de Genève, risalirebbero alla fine di giugno.

Secondo indiscrezioni che ormai si confondono con le supposizioni, il segreto bancario non c’entra, né l’evasione fiscale o il riciclaggio di denaro. Le telecamere di sorveglianza avrebbero ripreso alcune signore spagnole che avevano depositato la somma, qualche anno fa, in una casetta di sicurezza. Per poi, evidentemente, liberarsene in maniera tanto curiosa. Neppure il loro avvocato ha saputo dare una spiegazione plausibile; convocato alla fine di agosto, si è limitato a saldare il conto dell’idraulico, pagando danni per «migliaia di franchi» visto che i sanitari hanno dovuto essere rimossi.

C’è chi allude, oggi, a soldi contraffatti; carta straccia, in senso prima metaforico, poi letterale. Se però così non fosse, e non venisse riscontrato reato al di là della distruzione, allora qualcuno potrebbe anche trarne profitto. Come il proprietario di un bistrot che, vinto l’imbarazzo, ha portato le banconote fraidicie e sporche alla stazione di polizia di Carouge, domandando se (e come) potesse spenderle. Teoricamente sì: in linea di massima, le banche sostituiscono gli euro deteriorati.

Articolo di Sara Bracchetti – –  www.tio.ch