di Antonio Amorosi a pag 3 de La Verità del 10 settembre 2017
«‘A pummarola ‘ncoppa», dicono i napoletani, si mette un pò ovunque ed è quanto hanno fatto Paolo Gentiloni e Matteo Renzi designando supercommissario al sisma del centro Italia un’esperta di pomodori: la sottosegretaria Paola De Micheli del Pd. Ci voleva un pedigree da cooperatore e una figura di raccordo tra le varie anime del partito per far dimenticare un anno di Vasco Errani commissario: i paesi colpiti sono ancora sotto le macerie, le casette vengono assegnate con estrazioni quasi fossimo in un quiz e ricostruzioni e investimenti restano chimere. Ma arriveranno miliardi. Solo la Ue ne metterà a disposizione 1,2. E l’onorevole De Micheli è stata una cooperatrice emiliana così come ha un ruolo importante nel complesso mosaico del Pd che ha più transfughi proprio tra gli emiliani, capeggiati da Pierluigi Bersani e Vasco Errani approdati a Mdp.
Piacentina, 44 anni, prima bersaniana doc e acerrima avversaria di tutte le altre correnti nel Pd, poi lettiana doc e acerrima avversaria di tutte le altre correnti (soprattutto la renziana) e infine renziana doc e acerrima avversaria di tutte le altre correnti. Per tre anni, dal 2007 al 2010, ricopre la carica di assessore al Comune di Piacenza, nel 2011 approda alla Camera dei deputati per diventare nel 2014 con il governo Renzi sottosegretario al ministero del Tesoro. Tutte informazioni da curriculum dove compaiono poco le attività da cooperatrice.
Dal 1998 al 2003 Paola De Micheli presiede la coop di agricoltori picentina Agridoro, specializzata nella trasformazione del pomodoro in conserve e finita in liquidazione coatta amministrativa con 5.399.771 euro di perdite. Nello stesso anno De Micheli ha un incidente giudiziario: riceve un decreto penale di condanna dal tribunale di Piacenza per «l’avvenuta distribuzione sul mercato di merci alimentari in cattivo stato di conservazione, nonché insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocive, ovvero sottoposte a lavorazioni o trattamenti diretti a mascherare un preesistente stato di alterazione».
Per questi reati non si prevedono pene detentive ma solo pecuniarie, quindi De Micheli riceve un’ammenda da 2000 euro. «In giudizio ha avuto un’assoluzione piena», racconta a La Verità l’avvocato Francesco Santangelo che l’ha difesa. «Il fatto non sussiste», ha sentenziato il giudice che la assolve per insufficienza di prove (530 cpp, comma 2). Non c’è prova che i 188 fusti di pomodoro che emanavano «odore nauseabondo» fossero destinati al mercato, «…pur posti nelle vicinanze dei reparti produttivi e non in un’area separata fossero destinati ad essere rilavorati e venduti e non, invece, smaltiti come rifiuto».
Da cooperatrice del pomodoro piacentino in lotta principalmente con quello cinese, Paola De Micheli ha fatto parte dell’assemblea nazionale di Confcooperative, lavorato presso Coop Conserve Italia e Berni s.p.a. oltre ad essere stata consulente commerciale a Urumuqi, città della regione autonoma cinese dello Xingjang.
Oggi nel complesso mosaico del Pd De Micheli occupa una posizione strategica, a cavallo tra ex comunisti ed ex democristiani.
Come la nomina di Errani fu una mossa astuta di Renzi per indebolire i bersaniani così oggi sarebbe De Micheli la merce di scambio per frenare la diaspora soprattutto tra gli emiliani nel Pd. La ricostruzione del terremoto garantisce ricche economie di scala e appalti consistenti per le imprese che vi partecipano, così come un potere enorme per il gruppo dirigente che circonderà il nuovo commissario. Ci si augura che De Micheli possa assolvere il suo compito al meglio e non nel solco del predecessore. O sentiremo ancora parlare di pomodori. Quelli che le lanceranno.