Il numero uno dei buddismo tibetano, il Dalai Lama, ha chiesto alla leader “de facto” birmana Aung San Su Kyi – buddista, ma appartenente a un’altra corrente, e come lui premio Nobel per la pace – di trovare una soluzione pacifica alla crisi nella Birmania buddhista, dove i Rohingya vogliono creare uno stato musulmano indipendente
“Mi appello a te e agli altri leader di raggiungere tutte le sezioni della società per tentare di ristorare relazioni amichevoli tra la popolazione in uno spirito di pace e riconciliazione”, ha affermato il capo spirituale in esilio del Tibet in una lettera ad Aung San Suu Kyi. Parlando coi giornalisti, il Dalai Lama ha inoltre richiamato la figura del Buddha, “Le persone che minacciano i musulmani, dovrebbero ricordare il Buddha”, ha detto il religioso. “Lui – ha continuato – avrebbe dato aiuto a quei poveri musulmani. Io lo sento. Sono molto triste”. (Fonte Afp)
Il Dalai Lama e San Suu kyi sono venduti agli americani e vogliono con l’indipendenza del Rakhine, e la sovranità laica della San Suu kyi stessa, aprire ad una presenza militare Yankee nella regione, ai confini con la Cina, e per impedirne il grande progetto della Nuova via della Seta (OBOR) che dovrebbe passare proprio per quel sito che si affaccia sul Golfo del Bengala.