L’Istituto superiore di sanità e l’Inmi Spallanzani hanno identificato 3 casi di Chikungunya nella zona di Anzio. Si tratta di una malattia virale caratterizzata da febbre acuta e trasmessa dalla puntura di zanzare infette, che provoca esantemi e dolori articolari anche molto persistenti, con rare complicanze più gravi e rarissimi esiti fatali.
I pazienti, spiega l’Iss, hanno riferito la comparsa dei sintomi nel mese di agosto e nessuno di essi aveva viaggiato all’estero nei 15 giorni che hanno preceduto all’insorgenza dei sintomi. Al momento quindi l’ipotesi più verosimile è che i casi si siano infettati nell’area di domicilio. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, il rischio complessivo di un’ulteriore diffusione è considerato basso a livello regionale e molto basso al livello nazionale ed internazionale.
Sono state perciò immediatamente attuate tutte le misure di controllo e di prevenzione, in collaborazione con il Servizio Regionale per l’Epidemiologia, Sorveglianza e controllo delle Malattie Infettive della Regione Lazio e il supporto del Ministero della Salute, previste nell’ambito del “Piano Nazionale di sorveglianza e risposta alle arbovirosi trasmesse da zanzare (Aedes sp.)”.
Per contrastare l’epidemia, fa sapere ancora l’Istituto, sono state messe in campo una sorveglianza epidemiologica attiva dei nuovi casi; un’indagine retrospettiva per identificare i casi che attualmente non è ancora possibile definire; una sorveglianza della zanzara tigre per descrivere il vettore presente nell’area e l’entità di tale presenza; sono state, inoltre, sospese le donazioni di sangue nell’area colpita e pertanto il rischio di infettarsi attraverso la donazione è anch’esso considerato molto basso; sono state attuate misure di disinfestazione per ridurre ulteriormente il rischio di contagio. ASKANEWS