Terrorismo islamico, Feltri: dopo aver seppellito i morti ci dimentichiamo pure dei vivi

di Vittorio Feltri

Abbiamo perso il conto degli attentati. Ce ne è uno al bimestre e ogni volta piangiamo. Lacrime di coccodrillo. Il primo provvedimento che adottiamo è il lutto nazionale, che non serve ma fa scena. Poi è indispensabile un bel corteo con la partecipazione di ministri e autorità varie predicanti.

La frase d’ordinanza recitata in coro è la seguente: non cederemo ai terroristi che puntano ad avere il sopravvento sui nostri costumi occidentali e sulla nostra civiltà. Buoni propositi cui non seguono atti concreti. Dopo aver seppellito con cerimonie solenni i morti ammazzati, ci dimentichiamo perfino dei vivi. Cosicché non ci predisponiamo adeguatamente al prossimo attacco dei bastardi. Che arriva puntuale come il destino.

L’ultimo è avvenuto a Barcellona, 14 salme e numerosi feriti travolti dal solito furgone lanciato sulla folla con l’intento di far secco il maggior numero di cristiani. Tra alcuni giorni, durante i quali saremo bombardati da retorica bolsa, archivieremo la pratica sino alla ventura strage in qualche altro paese europeo, che per decenni ha insistito a spalancare le porte ai musulmani nella convinzione fosse facile integrarli nei sistemi democratici. L’Europa si è irresponsabilmente riempita di islamici e ne paga le conseguenze in termini tragici, facendo subire periodiche aggressioni ai propri cittadini inermi, colpevoli, a giudizio degli adoratori di Allah, i più bigotti e invasati, di non uniformarsi alle contraddittorie leggi coraniche.

Noi come ci difendiamo dai folli che abbiamo ospitato, offrendo loro alloggi e lavoro? Imitiamo i fratelli Bandiera: sbottoniamo la camicia affinché il plotone di esecuzione sia agevolato nel fucilarci e spedirci all’altro mondo. Non solo non siamo stati capaci di organizzare una efficiente rete di protezione contro i criminali dell’islam, ma non cessiamo di invogliarli a colpirci spalancando le frontiere a qualunque balordo che salga su un barcone, sia raccattato in mare e catapultato da queste parti.

Il risultato è scoraggiante. Aumentano i profughi e i fedeli di Allah inclini a massacrarci non per divertimento bensì per costringerci alla resa e a consegnare loro il bastone del comando. C’è chi li aiuta. Sono i cretini di sinistra e similari che ogni due per tre dichiarano che l’immigrazione è una benedizione di Dio e quindi va incentivata, e sostengono che il terrorismo è una variabile indipendente dalle invasioni barbariche. Fingono di ignorare che la matrice delle carneficine è musulmana e sostengono che la pacifica convivenza fra etnie diverse sia un gioco da ragazzi. Intanto le stragi si moltiplicano e suscitano sempre meno scalpore nella pubblica opinione causa l’effetto anestetizzante della ripetitività che induce alla assuefazione.

Ci si abitua a tutto. Al tempo delle Brigate rosse le gambizzazioni a un dato momento diventarono talmente frequenti da non meritare più titoloni sui giornali. Ma quando venne ucciso Moro, i politici impauriti si mobilitarono e sconfissero il comunismo armato. Ci tocca attendere un attentato pazzesco in Italia per sperare che il governo chiuda i porti e si decida a considerare pericoloso l’arrivo degli islamisti?

Comunque sarebbe più eclatante un attentato compiuto da gente nostrana in danno dei musulmani che viceversa. Occhio per occhio. Se bisogna che sia guerra, meglio vincerla con ogni mezzo, escluse le lagne dei cretini progressisti, delle cui idee assurde Libero riporta oggi un vasto campionario.

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