Lazio: gigantografie di Mao Tse-Tung in chiesa. E scoppia la polemica

Gigantografie di Mao Tse-Tung nella chiesa di San Tommaso, presso il Castello di Roccasecca.

 Le enormi fotografie di Mao rappresentano il contenuto di una mostra dalla caratura internazionale, opera di Tommaso Bonaventura. Il titolo dell’iniziativa è: “If i were Mao”. L’artista, infatti, ha seguito e immortalato molti sosia del leader comunista cinese, esponendo in una chiesa la sua raccolta d’immagini. Una scelta che ha suscitato non poche discussioni, specie per il luogo in cui la mostra è ubicata.

La chiesa in questione, infatti, venne costruita nel trecento d.c., in onore di Tommaso d’Aquino, precisamente nel 1325. Luogo di culto a pianta gotica e croce latina, conserva al proprio interno affreschi del 400′. Ma almeno finché le gigantografie del portavoce del Partito Comunista resteranno esposte, i dipinti risulteranno difficilmente visibili per i turisti e per i fedeli.

“Nessuno si è lamentato con me – ha dichiarato il sindaco della cittadina -. L’iniziativa è un percorso artistico-culturale che coinvolge anche quella chiesa come altre strutture. Sono tre mostre che hanno diversi temi: questa sui sosia di Mao, una sul Gange e una su Cuba”. L’iniziativa, peraltro, è finanziata dalla Regione Lazio e riguarda scatti d’autore che hanno come protagonisti attori cinesi molto somiglianti a MaoLa mostra, insomma, sarebbe sui sosia e non direttamente sul dittatore cinese. Ma la sostituzione simbolica dei dipinti di matrice cristiana, almeno per ciò che concerne gli spazi, con una sorta di iconografia comunista, lascia perplessi. Sembrerebbe, inoltre, che il parroco si sia dichiarato favorevole all’iniziativa.

“Io mi sono sforzato anche di comprendere quali elementi possa legare un luogo altamente spirituale legato a una tradizione cristiana occidentale come quella tomistica e la figura di Mao o di chi a Mao somigli. Io ci sarei andato più cauto. Ma non voglio fare polemica, perché non voglio si pensi che ci siano ragioni politiche o di attacco all’amministrazione” ha detto al quotidiano La Provincia, Antonio Abbate, ex sindaco di Roccasecca ed ex assessore provinciale alla Cultura. Mentre a Roccasecca si discute, in fin dei conti, il leader del comunismo cinese, per quanto rappresentato dai suoi sosia, resta affisso in una chiesa. Era il 1966 quando Mao mise al bando “i quattro vecchiumi”, tra cui la religione, ma che sotto il regime comunista cinese ci sia stata una persecuzione dei cattolici sembra non interessare più a nessuno.

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